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[REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA] Agroalimentare: Pitina è ufficialmente una Igp

Shaurli, finalmente nel paniere dei prodotti tutelati

Udine, 22 feb – E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
di ieri il decreto ministeriale di protezione nazionale
transitoria per la Pitina Igp.

Con questo atto viene riconosciuta – per ora a livello nazionale,
in attesa del completamento dell’iter a Bruxelles, dove il
fascicolo è stato inoltrato per la registrazione da parte della
Commissione Europea il 23 gennaio scorso – la protezione
dell’indicazione geografica “Pitina” e la legittimità dell’uso
della denominazione da parte dei produttori che rispettano il
disciplinare, disponibile sul sito del ministero delle Politiche
agricole alimentarie forestali e sulla Gazzetta Ufficiale del 9
dicembre scorso.

La sigla Igp (Indicazione geografica protetta) è il marchio di
origine che viene attribuito dall’Unione Europea a quei prodotti
agricoli alimentari per i quali la qualità, la reputazione o
un’altra caratteristica dipende dall’origine geografica, e la cui
produzione, trasformazione e/o elaborazione avviene in un’area
geografica determinata.

“In meno di un anno – commenta l’assessore regionale alle
Politiche agricole e forestali, Cristiano Shaurli – abbiamo
rimesso in moto l’iter burocratico e portato a casa un risultato
inseguito per parecchi anni, grazie alla sintonia che si è creata
tra i nostri uffici e quelli del ministero. Ci auguriamo ora di
trovare la stessa sintonia anche a Bruxelles”.

La Pitina, un prodotto a base di carni ovicaprine o di selvaggina
ungulata, conservata grazie a un processo di affumicatura e ad
uno strato protettivo di farina di mais, si può produrre
esclusivamente nel territorio comunale dei Comuni di Andreis,
Barcis, Cavasso Nuovo, Cimolais, Claut, Erto Casso, Frisanco,
Maniago, Meduno, Montereale.

“La Pitina – commenta il presidente dell’Uti Valli e Dolomiti
Friulane, Andrea Carli – è il primo, e per ora l’unico, prodotto
a denominazione protetta del nostro territorio e di tutta la
destra Tagliamento. E’ già un simbolo delle nostre tradizioni
enogastronomiche e siamo certi che l’ottenimento della Igp
contribuirà a dare impulso alla produzione della Pitina e alla
promozione anche in chiave turistica del territorio”.

Soddisfazione per il risultato raggiunto viene espressa anche da
Francesco Ciani, direttore dell’INEQ (Istituto Nord Est Qualità)
di San Daniele, organismo preposto alla verifica del rispetto del
presente disciplinare da parte dei produttori.

“La Pitina Igp – sottolinea Ciani – entra a far parte di una
ristretta rosa di prodotti di eccellenza della nostra Regione che
comprende le Dop (Denominazione di origine protetta) Prosciutto
di San Daniele, formaggio Montasio, olio Tergeste, Brovada e la
Igp Prosciutto di Sauris. Da notare come per la seconda volta,
dopo la Brovada, il ministero abbia accolto una nostra
peculiarità: la Brovada è Dop senza bisogno di specificare il
luogo d’origine, la Pitina è Igp senza precisazioni geografiche.
Una conferma che, in entrambi casi, parliamo di un prodotto unico
e irripetibile”.
ARC/EP/Com

Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia