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PORCARI Snai: il timore diventa realtà Niente ammortizzatori sociali – Cronaca

Porcari (LUCCA) –

PORCARI. Adesso i lavoratori della Snai si trovano tra due fuochi. Da una parte il piano di esuberi dell’azienda e la battaglia per puntare agli ammortizzatori sociali (contratti di solidarietà e cassa integrazione). Dall’altra la vertenza con l’Inps, con la quale è ormai la tensione è alta dopo che l’istituto di previdenza, in seguito alle ispezioni, con un verbale unico ha comunicato alla Snai che il corretto inquadramento della società operante nel settore scommesse è riconducibile al terziario e non all’attività industriale, come invece si era creduto finora.

Due situazioni strettamente collegate. Il mancato riconoscimento del trattamento previdenziale industriale infatti avrebbe conseguenze devastanti per i lavoratori dichiarati in esubero, privando dell’unico paracadute possibile oltre 60 famiglie. Insomma, il caso Snai è un ginepraio. Sul piede di guerra i sindacati che annunciano una dura battaglia legale per vedere riconosciuti i codici previdenziali dell’industria, visto che sono sempre stati versati i contributi all’istituto di Lucca.

Intanto per martedì i vertici dell’azienda hanno convocato un incontro a Roma con tutte le organizzazioni sindacali e le Rsu per discutere della situazione, alla luce anche delle pesanti decisioni dell’Inps. Non usa mezzi termini Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom del gruppo Snai: «Dopo mesi alla fine hanno deciso nel peggior modo possibile, creando un danno a tutti gli effetti. I lavoratori e la stessa azienda hanno fatto versamenti da oltre 10 anni nei codici industria per milioni di euro, garantendosi il diritto a usufruire dei necessari strumenti sociali in caso di necessità. Non ci stiamo a subire. Tutto questo si traduce anche in un minore potere contrattuale. Andare a gestire esuberi di personale, così come dichiarati dall’azienda, con strumenti diversi e regolati dal terziario anziché industria, vorrebbe dire riconoscere minori garanzie ai lavoratori».

L’Inps ha riscontrato che nell’azienda vengono svolte molteplici attività. «Ma se nulla è cambiato – spiega Braccini – così come dichiarato dalla stessa azienda e dalle organizzazioni sindacali, si continua quindi a produrre hardware e a offrire servizi esterni. Ci sembra inconcepibile che l’Inps alla vigilia della crisi abbia potuto fare una valutazione differente rispetto alla realtà». Formalmente la decisione del ricorso contro l’istituto di previdenza spetta all’azienda, «ma è evidente che ai lavoratori Snai è stato leso un diritto», dice Braccini che annuncia di voler «avviare tutte le azioni necessarie per

tutelare i lavoratori. Siamo di fronte ad un attacco ad un diritto che apre un precedente inaccettabile e pericoloso. Per quanto ci riguarda la vertenza inizia anche nei confronti dell’Inps e ci batteremo in ogni sede affinché la crisi non sia fatta pagare ai più deboli».

Nicola Nucci

Fonte: Il Tirreno