(Acs) Perugia, 20 marzo 2017 – “Dopo avere richiesto, e non ancora ottenuto, la convocazione in audizione dei direttori delle Asl umbre per avere chiarimenti sui Dipartimenti di prevenzione e anche a seguito della insoddisfacente risposta in Aula dell’assessore regionale alla salute a una mia interrogazione sull’argomento, ho segnalato al Ministro della Salute e, per conoscenza, alla Corte dei Conti di Perugia, le criticità degli assetti organizzativi dei Dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie locali dell’Umbriaâ€: lo comunica il consigliere regionale Sergio De Vincenzi che, sia come vicepresidente della Terza commissione che come consigliere di minoranza, ha incontrato più volte i medici dell’intersindacale umbra, approfondendo le problematiche da questi rappresentate circa i Dipartimenti.
La critica di de Vincenzi parte dalle deliberazioni recentemente assunte dai due direttori delle Aziende Usl, che hanno introdotto “in maniera disomogenea un nuovo assetto organizzativo aziendale, suddiviso in macroaree (Sanità pubblica, Prevenzione nei luoghi di lavoro, Sanità pubblica veterinaria e Sicurezza alimentare) e con nuovi incarichi dirigenziali.La Regione – spiega De Vincenzi – ha introdotto un ulteriore livello gerarchico all’interno della struttura dipartimentale: accanto al direttore del Dipartimento di prevenzione e ai Direttori di struttura complessa, è stata prevista la figura del Coordinatore delle macroaree, che svolge attività di coordinamento in taluni casi di un medesimo e unico servizio. Una figura che non solo rappresenta un costo aggiuntivo per la cittadinanza ma potrebbe concretamente comprimere l’autonomia tecnico-funzionale e organizzativa delle strutture complesse, messa in discussione anche dalla presenza di un’area tecnica professionale. In ogni caso, quanto adesso previsto nel Testo Unico della Regione Umbria non sembrerebbe conforme alla normativa nazionale (legge ‘421/’92’)â€.
“Inoltre – aggiunge il consigliere regionale – la filiera agroalimentare è stata incomprensibilmente suddivisa dal Legislatore regionale in due distinte macroaree (sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare) in distonia sia con il dettato della legge che con la successiva circolare del ministero del 27 febbraio 2013, che chiarisce ulteriormente come nel Dipartimento di prevenzione vi sia un’unica area caratterizzata da funzioni specificamente e omogeneamente dedicate alla sanità pubblica veterinaria e alla tutela della sicurezza alimentare. Invece le scelte organizzative adottate in Umbria, che ha meno di un milione di abitanti e non presenta nei due ambiti territoriali differenziazioni significative della struttura della popolazione, del tessuto sociale, di quello produttivo tali da giustificare opzioni così diverse e in contrasto con i principi sanciti dalla norma comunitaria di riferimento (Regolamento CE ‘882/2004’), finiscono per incrementare i costi delle strutture amministrative, diminuiscono la qualità dei servizi offerti ai cittadini e influenzano negativamente il clima di lavoro interno alle struttureâ€.Â
“Non risultano chiari – conclude De Vincenzi – i criteri che guidano i processi decisionali aziendali e le strutture complesse veterinarie individuate sono anche al di sotto degli stessi parametri stabiliti dal Patto per la salute, rimanendo alcune di esse ancora vacanti, nonostante i termini previsti da concorso pubblico sono ampiamente scaduti. Si chiede pertanto l’intervento del Ministro al fine di verificare la correttezza dell’operato dei direttori generali delle Asl umbreâ€. PG/
Fonte: Regione Umbria