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[REGIONE UMBRIA] CACCIA AL CINGHIALE: “NECESSARIE SCELTE COERENTI E CONDIVISE CHE PORTINO AD UN NUOVO REGOLAMENTO” – AUDIZIONE …

Audizione, ieri, in Terza Commissione, delle Associazioni venatorie, Coordinamento regionale squadre e Atc in merito alle problematiche inerenti il Regolamento regionale (30 novembre 1999, n. 34) relativo ‘Prelievo venatorio della specie cinghiale’. È emersa, tra l’altro, la necessità di un confronto tra tutti i soggetti interessati, compresi ovviamente gli agricoltori, che porti alla predisposizione di regole precise, chiare ed applicabili nella gestione della caccia al cinghiale. Auspicabile anche un maggiore controllo e monitoraggio dell’attività delle squadre.

 

(Acs) Perugia, 19 aprile 2017 – “Necessario un confronto tra tutti i soggetti interessati, compresi ovviamente gli agricoltori, che porti alla predisposizione di regole precise, chiare ed applicabili nella gestione della caccia al cinghiale. Auspicabile un maggiore controllo e monitoraggio dell’attività delle squadre”. È quanto sostanzialmente emerso dall’audizione di ieri, in Terza Commissione, a Palazzo Cesaroni delle Associazioni venatorie, Coordinamento regionale squadre e Atc in merito alle problematiche inerenti il Regolamento regionale (30 novembre 1999, n. 34) relativo ‘Prelievo venatorio della specie cinghiale’.

L’audizione era stata programmata dalla Commissione presieduta da Attilio Solinas a seguito del voto sul parere, richiesto dalla Giunta regionale, in merito alla modifica del regolamento relativo al ‘prelievo venatorio della specie cinghiale’. Vale a dire la previsione di una proroga anche per la stagione venatoria 2017/2018 (dopo averlo fatto per le due precedenti stagioni) del divieto per gli Atc di iscrivere al registro per la pratica della caccia al cinghiale altre squadre oltre a quelle già iscritte. La Commissione ha legato tuttavia al parere favorevole un ordine del giorno, che verrà presentato in Aula e che impegnerà l’Esecutivo regionale ad “aprire un confronto immediato con la Commissione medesima per porre in essere azioni immediate, dirette a superare il vigente regolamento al fine di produrre una nuova normativa in materia”.

Sono intervenuti: STEFANO TACCONI (presidente associazione Libera caccia Perugia) “Da anni non cambia nulla, continuano ad esserci gli stessi danni e le stesse conflittualità tra le squadre. Non si riesce a trovare il bandolo della matassa”; EMANUELE BENNATI (presidente Arci caccia Umbria): “Serve un indirizzo serio, un ragionamento che porti a scelte condivise che portino ad un documento chiaro”; MASSIMO MANNI (Coldiretti): “Servono atti formali. La caccia va vista nella sua gestione complessiva. Sono aumentati i danni agli agricoltori. È necessario cambiare l’approccio al problema. Oggi il sistema è fuori controllo. Per la prossima stagione venatoria servono regole chiare”; MARCELLO SPIGARELLI (Coordinamento regionale squadre cinghiale): “Prevedere un tavolo con tutti i soggetti interessati per un nuovo regolamento uniforme che tenga conto dell’intero mondo dei cinghialisti. Monitorare attentamente la gestione, la filiera delle carni, la sicurezza”; DIONISIO MEZZASOMA (cacciatore singolo): “andrebbe integrata la caccia di selezione nelle aree dove non intervengono le squadre”; FRANCO DI MARCO (presidente Federcaccia Umbria): “Bisogna discernere il concetto di area vocata, sì al cinghiale, ma anche per altra selvaggina. Per la gestione vanno coinvolti tutti i soggetti interessati, compresi gli agricoltori”; FRANCESCO RAGNI (Enalcaccia): “Le associazioni venatorie conoscono bene la situazione del territorio. Siamo disponibili a confrontarci con tutti, ma i cacciatori vanno attentamente ascoltati. Il territorio va riletto attentamente e suddiviso per distretti e non per Atc”. LUCIANO CALABRESE ( presidente Atc 2): “La teoria è una cosa, la pratica è un’altra. La gestione del cinghiale è molto complessa. Quando intervengono le squadre i risultati arrivano. Si potrebbero anche predisporre un’infinità di regolamenti, ma per attenuare i danni all’agricoltura non c’è regolamento che tiene”; IGOR CRUCIANI (presidente Atc 1): “Fondamentale sarebbe una revisione del territorio vocato per pianificare la gestione del cinghiale. La realtà è che i cacciatori diminuiscono ogni anno, le risorse calano ed i danni aumentano quindi non è più possibile fare fronte ai danni attraverso le tasse dei soli cacciatori”.

Ad inizio riunione, come aveva già fatto in Commissione (non partecipò al voto), il consigliere MARCO VINICIO GUASTICCHI (Pd), ha ribadito che “la moratoria di un ulteriore anno rappresenta un escamotage per prendere tempo e non lavorare su un nuovo regolamento. Non è previsto un sistema premiante o penalizzante che permetterebbe di capire il modo in cui lavorano ed operano le squadre. Il regolamento deve prevedere l’annullamento di elementi monopolisti. Bisogna guardare con maggiore attenzione la parte organizzativa e strutturale del sistema. Va previsto il verbale elettronico per capire in che modo operano le squadre. La caccia non può essere gestita in modo funzionale ad una parte dei cacciatori. Dovrà essere la Commissione e l’Assemblea legislativa a valutare il documento proposto dalla Giunta”. A margine degli interventi, il consigliere SILVANO ROMETTI (Socialisti) ha sottolineato la necessità di “affrontare con urgenza le problematiche legate alla caccia al cinghiale. Non è soltanto il prelievo a risolvere i problemi. Bisogna fare estrema attenzione nella gestione coinvolgendo nella regolamentazione tutti i soggetti interessati. Questa Commissione deve avere voce in capitolo nella predisposizione di un nuovo regolamento, tenendo conto delle esigenze di tutti”. Il presidente ATTILIO SOLINAS (Misto- Mdp), nel fare una sintesi di quanto emerso, ha evidenziato la necessità di “predisporre un nuovo regolamento. È importante perseguire il proposito espresso unitariamente di creare un tavolo di confronto, magari con sede proprio all’interno di questa Assemblea. Le problematiche legate alla caccia al cinghiale vanno al di là della gratificazione venatoria del singolo cacciatore o della squadra, c’è un problema serio di danni alle colture, di incidenti stradali, di ingenti risorse che la Regione ogni anno è chiamata ad impegnare in proposito. É importante mettere in chiaro tutte le problematiche presenti ed affrontarle in maniera condivisa. Trovare dunque soluzioni gestionali, oltre che di prelievo, garantendo alle squadre di poter svolgere al meglio la loro attività”. AS/

Fonte: Regione Umbria