A giudizio del consigliere regionale Sergio de Vincenzi (Rp) il progetto scolastico europeo “Ge.Gap-Edu–competenze di matematica†(GEender Gap-Edu) “introduce l’ideologia ‘gender’ nelle scuole secondarie di secondo grado e coinvolge anche Istituti di Perugiaâ€. De Vincenzi spiega che tale iniziativa è finalizzata a “studiare le differenze di rendimento scolastico dei ragazzi e delle ragazze nello studio della matematica, proponendo però domande palesemente ambigue o che possono evocare valutazioni o risposte preconcette e fuorviantiâ€.
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(Acs) Perugia, 30 maggio 2017 – “Il progetto scolastico europeo “Ge.Gap-Edu – competenze di matematica†(GEender Gap-Edu) introduce l’ideologia ‘gender’ nelle scuole secondarie di secondo grado. Coinvolti anche Istituti di Perugiaâ€. Il consigliere regionale Sergio De Vincenzi (Ricci presidente) punta l’attenzione sul progetto promosso dall’Università di Manchester, rilevando che sta passando “perlopiù inosservatoâ€, e spiega che tale iniziativa è finalizzata a “studiare le differenze di rendimento scolastico dei ragazzi e delle ragazze nello studio della matematica, coinvolgendo gli alunni di vari istituti scolastici secondari di secondo gradoâ€.
De Vincenzi aggiunge inoltre che Il progetto, “finanziato dall’Unione Europea†prevede “la somministrazione di un questionario di oltre 90 domande, poco meno della metà delle quali non hanno nulla a che fare con la matematica e i rendimenti scolastici collegati. Se i primi 52 quesiti – spiega – sono effettivamente attinenti alla matematica, all’algebra e alla geometria, dalla 53esima domanda in avanti il formulario cambia completamente il suo obiettivo ed entra ad indagare la sfera del vissuto o le percezioni personali dello studente, sollecitandone le capacità di giudizio su argomenti relativi all’affettività , alla sessualità e al contesto familiare e culturale, introducendo tematiche con un taglio evidentemente pro-genderâ€.
Ma a a giudizio del consigliere De Vincenzi ciò che “è ancor più grave è il fatto che questo avviene proponendo domande palesemente ambigue o che possono evocare valutazioni o risposte preconcette e fuorvianti sia dal punto di vista biologico-scientifico che affettivo-naturale, o anche religioso e culturale, richiedendo ai giovani di indicare il loro grado di accordo o disaccordo in termini di scala numerica che va da 1 a 6. A titolo esemplificativo riportiamo un paio di domande: ‘Come in altre specie, l’omosessualità maschile è un’espressione naturale della sessualità degli uomini’ oppure: ‘Rispetto alle donne gli uomini tendono ad essere più crudeli’. Insomma domande– sottolinea De Vincenzi -, che in taluni casi sono anche gravemente in contrasto con evidenze scientifiche, il rispetto dei sessi o dei sentimenti religiosi. Ci sentiamo di dichiarare con fermezza che non è questo il modello di Europa che i genitori italiani desiderano per i propri figli, così come un modello di scuola che disattenda l’obbligo di informazione e di consenso informato su attività proposte ai ragazzi ancor più quando, come in questi caso, questi siano minorenniâ€.
“Come già denunciavamo in occasione della recente approvazione della legge regionale in Umbria relativa alle norme contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere – aggiunge De Vincenzi -, il rischio che attività di indottrinamento sull’ideologia ‘gender’ usino ‘cavalli di Troia’ come questo progetto è e sarà sempre più in aumento e assolutamente fuori controllo da parte delle famiglie. Si tende in modo subdolo, perché l’omosessualità o la parità di genere non hanno nulla a che vedere con la matematica, come nel caso specifico, ad entrare in modo manipolativo nell’intimo delle percezioni e delle opinioni ancora in via di maturazione degli adolescenti, per omologarli a politiche e stili di vita che, evidentemente, la stessa Unione Europea avalla, promuove e anzi ritiene prioritari viste le ingenti cifre investite. Si disattende così – spiega – anche il patto educativo fra la famiglia e la scuola che, per accondiscendenza, distrazione o consapevole scelta, calendarizza talune proposte di collaborazione esterne somministrandole direttamente agli studenti senza un preventivo confronto con i genitoriâ€.
“Nella migliore delle ipotesi – conclude il consigliere De Vincenzi -, troviamo che questo sia un grave atto di omissione da parte degli istituti scolastici che avessero dato seguito a questo progetto. Nei casi più gravi di palese prevaricazione nei confronti delle famiglie e dei ragazzi stessi. Invitiamo pertanto tutti i genitori a monitorare con attenzione questo genere di attività . Da parte nostra ci muoveremo nelle dovute sedi per espletare le opportune verifiche a seguito delle segnalazioni che i genitori vorranno rivolgerci. Anche la tutela della privacy dei singoli studenti è messa in serio pericolo nel momento in cui dovessero fornire il personale contatto emailâ€. RED/tb
Fonte: Regione Umbria