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[REGIONE UMBRIA] QUESTION TIME (3): “PREVENZIONE INFILTRAZIONI MAFIOSE E ‘NDRANGHETOSE IN UMBRIA” – LIBERATI E CARBONARI (M5S) …

(Acs) Perugia, 6 giugno 2017 – Durante la seduta odierna dell’Assemblea legislativa, nella sessione riservata alle interrogazioni a risposta immediata (question time), è stato presentato l’atto ispettivo firmato dai consiglieri Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari (M5S) relativo al “gravissimo pericolo legato alle infiltrazioni mafiose e ‘ndranghetose in Umbria alla luce delle ultime scoperte degli inquirenti” e per conoscere “i sistemi di prevenzione adottati dalla Regione nei propri campi di competenza e i meccanismi di coordinamento con altri livelli di governo per la prevenzione e repressione del fenomeno”. Illustrando l’interrogazione, Carbonari ha chiesto di “sapere se e come verranno potenziati e riorganizzati i sistemi di controllo preventivo e successivo (in particolare auditing) posti in essere dagli organi regionali, alla luce delle allarmanti notizie circa i nuovi metodi di infiltrazione mafiosa in Umbria. La Giunta deve anche specificare se ritiene che essi siano al momento idonei a tali gravosi compiti e chiarire quali azioni generali di coordinamento e scambio di informazioni la Regione pone in essere con le altre autorità competenti a livello statale per individuare e reprimere tali pericolose infiltrazioni”. 

I consiglieri di opposizione hanno motivato l’atto ispettivo ricordando che “nei giorni scorsi sono stati eseguiti in Umbria significativi e importanti arresti da parte delle forze dell’ordine di esponenti di spicco di associazioni mafiose, in particolare ‘Ndrangheta. Da quanto emergerebbe dalla numerose inchieste svolte, tali organizzazioni criminali da anni si starebbero progressivamente insinuando nel tessuto economico e sociale umbro, in particolare acquistando terreni, immobili e attività economiche ai fini di riciclaggio o come base di partenza per la commissione di altri gravi reati, spesso utilizzando, con metodi intimidatori, gli stessi proprietari originari come prestanome per la commissione di tali reati. Un fenomeno, secondo quanto afferma l’Autorità giudiziaria, che starebbe assumendo contorni sempre più allarmanti grazie alla facilità di penetrazione nel tessuto economico e sociale nella nostra Regione, dovuto forse alla scarsa percezione culturale del pericolo mafioso in Umbria”. 

L’assessore Fernanda Cecchini ha risposto spiegando che “la Regione garantisce il rispetto della legalità attraverso la convenzione con la Guardia di Finanza che consente uno scambio di informazioni continuo. Mentre la trasparenza dei fondi strutturali è garantita dalle autorità di gestione, di certificazione e di audit, che si avvalgono della procedura informativa della Camera di commercio che permette di verificare i dati delle società beneficiarie e i collegamenti con altre aziende. Dal prossimo mese entrerà in funzione il ‘Registro nazionale degli aiuti’, una banca dati gestita dalla Direzione generale incentivi del ministero, creata per garantire il rispetto dei divieti di cumulo e obblighi di trasparenza e pubblicità. Nell’ambito della lotta alla frode e alla criminalità la Commissione europea ha predisposto uno strumento specifico di estrazione di dati, chiamato ‘Aracne’, affinché i vari programmi operativi possano individuare i progetti potenzialmente esposti a rischi di frode.  Tutto questo non esclude che ci possano essere fenomeni che sfuggono ai controlli ma crediamo di avere fatto il nostro dovere per mettere in atto tutto quello che la normativa consente a una Pubblica Amministrazione”. 

Carbonari ha replicato evidenziando “di aver tentato di dialogare con l’autorità di audit senza grande successo. Dai numeri ottenuti sembra che la percentuali di controlli di secondo livello sia di uno zero zero virgola. Servirebbe invece un campione decisamente più ampio per rendere efficace il sistema dei controlli, per evitare che l’Umbria diventi territorio di speculazioni”. MP/

Fonte: Regione Umbria