Sconcerto, amarezza e senso di impotenza. Queste sono le prime sensazioni che vengono in mente leggendo il rapporto diocesano sulle povertà redatto dalla Caritas di Arezzo, come sempre
puntuale, prezioso e indispensabile documento per capire come vanno le cose in città per quella parte più nascosta e che fa meno notizia. La situazione non è bella e le “nuove povertà â€, ovvero la condizione economico-sociale in cui si trovano quelle persone che fino a ieri avevano un lavoro, una casa, dei figli e conducevano una vita tranquilla, sono in aumento. Magari a seguito del licenziamento di un componente che ha causato una reazione a catena: meno soldi per bollette, mutui, benzina, fino addirittura a difficoltà dinanzi agli scaffali del supermercato.
Purtroppo dai numeri si capisce che un terzo dei richiedenti aiuto alla Caritas sono sopratutto italiani, una cifra incredibile. Seguono a ruota: rumeni, marocchini e albanesi. Ma il dato riferito ai connazionali è emblematico: dispiace sopratutto vedere come le generazioni di mezzo siano oggi le più esposte al rischio povertà .
Tra gli italiani che chiedono aiuto, infatti, la fascia che va dai 40 ai 49 anni raggiunge la spiacevole cifra del 28,6%, quelli che vanno dai 30 ai 39 anni il poco lusinghiero 25,3%. Al di là dell’allarme sociale, definirei questi dati sopratutto destabilizzanti. A volte per alcuni diventa quasi impossibile garantire il minimo indispensabile per sé e per la propria famiglia. Il rischio di emarginazione ed esclusione diventa altissimo. Qui si sta parlando di famiglie che si disintegrano, di rapporti che si fanno difficili, di situazioni spesso portate al limite che si possono tramutare da un momento all’altro in vere tragedie umane.
Se a questo dramma si aggiunge il fatto che anche nel nostro territorio l’ondata senza sosta di immigrati scatenata dalla scellerata politica del Governo sta incominciando a distribuire i suoi frutti avvelenati, con spaccio di droga, furti, quartieri come Saione e zone limitrofe degradati e invasi da bighelloni perdigiorno che si ubriacano e importunano i cittadini, ecco che si sta preparando una bella polveriera pronta a esplodere. Di una guerra tra poveri francamente non ne sentivamo il bisogno.
Fonte: Comune di Arezzo