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[Lucca] LUCCA-STORIA: Napoleone e il brand: si può parlare di “politica del cappello”?

Lucca –

Si rinnova il tradizionale appuntamento dell’estate lucchese, giunto all’11ma edizione

Napoleone e il brand: si può parlare di “politica del cappello”?

Martedì 22 agosto nel chiostro di San Micheletto la Conversazione Napoleonica con il professor Peter Hicks della Fondation Napoléon di Parigi

 

Ingresso libero

 

“Il cappello di Napoleone. Nascita di un’immagine progettata per diventare mito” è il secondo appuntamento con le Conversazioni Napoleoniche del progetto “Da Parigi a Lucca: il gusto di vivere al tempo di Napoleone e Elisa”, ideato da Roberta Martinelli con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della Fondazione di Livorno.

 

Martedì 22 agosto alle 21,30 (ingresso libero, chiostro di San Micheletto) il docente universitario di storia, storico e responsabile delle relazioni internazionali della Fondation Napoléon di Parigi,Peter Hicks, svelerà i segreti dietro ad un oggetto che è divenuto un mito.

Quando, Napoleone, ha adottato il suo celebre cappello? E perché ha deciso di indossarlo “nel modo sbagliato”? Si trattava sempre dello stesso cappello? Possiamo parlare di una “politica del cappello”?

Ben prima dell’ossessione moderna per il “brand”, Napoleone creò per sé un’identità visiva inimitabile e inconfondibile, soprattutto attraverso il suo modo di vestire, il “look”, diremmo oggi. Questa identità visiva gli serviva a confortare la sua ambizione ossessiva, suo appetito enorme per il lavoro e un bisogno quasi patologico di comunicare al mondo la storia della sua vita e delle sue azioni. Napoleone era soprattutto ossessionato dal potere: diceva che lo usava come un virtuoso suona suo violino. Significative, in questo senso, sono le parole di Napoleone stesso sul tema dell’aspetto, come riportate dal suo primo segretario, Bourrienne: “Devi parlare agli occhi della gente. Il capo del governo deve attirare lo sguardo di ognuno, in ogni modo possibile.”  Quintessenza del “brand” napoleonico, più del famosi cappotto, dell’uniforme del colonnello con la mano nella giacca, era il suo cappello.

Eppure, esistono poche prove  che mostrerebbero la manipolazione di Napoleone della sua immagine. Stranamente, pochi hanno scritto sul soggetto: motivo in più per affrontare un argomento che, ancora, può rivelarci l’uomo.. e il mito.

 

Le Conversazioni Napoleoniche terminano mercoledì 23 agosto, sempre alle 21,30 a ingresso libero, con Pier Dario Marzi in collaborazione con il Cineforum Cinit Ezechiele 25,17: nella serata saranno affronterà gli esili che hanno caratterizzato la vita di Napoleone, per come li ha visti il cinema, con la visione di spezzoni di film a lui dedicati.

 

Come di consueto, tutti sono invitati ad unirsi alle serate per scoprire atmosfere e curiosità del passato gustando anche qualcosa di fresco, gentilmente offerto dalla Pasticceria Pinelli, sponsor dell’iniziativa

 

Fonte Verde Azzurro