l’analisi
barbara antoni
Un ciclone rosa ha investito la Lucchesia appena si sono chiuse le urne delle amministrative. Ma in pochi sembrano essersene accorti. Forse non pare una novità che per la prima volta da Altopascio a San Romano, passando per Barga, Villa Basilica e Careggine, si sia creato un ponte di donne: le cinque sindache in carica. Sara D’Ambrosio ricopre questo ruolo ad Altopascio dal 2016, le altre da poche ore.
«Ho provato un’emozione infinita quando ho saputo di essere diventata sindaco – mi racconta Caterina Campani, neo sindaca di Barga -. Ma ho avvertito anche un grande peso sulle spalle per il fatto di essere la prima donna nella mia città a ricoprire questo incarico e di rappresentare un cambiamento». In cosa sarà diverso l’operato di una donna sindaco? «Le donne sono più pratiche, più sensibili», risponde.
«Il mio primo pensiero, quando ho vinto le elezioni – mi spiega Elisa Anelli, prima sindaca di Villa Basilica – è andato alla mia mamma che non c’è più, con la speranza che sia fiera di me. La vittoria mi ha dato felicità , orgoglio e mi ha fatto sentire grande responsabilità per gli impegni presi con i cittadini». Cos’è una donna a capo di un Comune? «Le donne hanno una marcia in più, il loro sguardo è diverso soprattutto rispetto alle piccole cose».
«Ho provato un’emozione grande – confessa Lucia Rossi, neo sindaca di Careggine – quando ho saputo che ero sindaca». Anche se a Careggine non è la prima. A precederla fu Niccolina Grassi, circa quarant’anni fa. Paradossalmente la stessa eccezionalità del sindaco donna è oggi quasi tale e quale ad allora. «Purtroppo è così – ammette Lucia –. Le donne nella politica sono poche, per me invece fare politica è sempre stato così normale. Mi stupisce che la gente ancora si stupisca di un sindaco donna. Per me contano le persone, che sono tutte uguali. Le donne hanno solo più sensibilità ».
E non ultima davvero c’è Raffaella Mariani, diciassette anni in Parlamento e da lunedì sindaca di San Romano Garfagnana. «Essere sindaca è una responsabilità più grande che fare il parlamentare, un po’ mi spaventa – mi racconta -. Adesso c’è necessità di essere più concreta, anche se io in aula a Montecitorio non facevo che studiare per essere più preparata possibile». E quando è diventata sindaca? «Mi sono commossa, ho pensato a mio padre, grande amministratore. Saprò restituire tutta la stima ricevuta, mi sono domandata. Cosa cambia tra un sindaco uomo e donna? Le donne hanno più sensibilità e una capacità empatica più spiccata».
Così le sindache sono arrivate, pronte a gettarsi a capofitto nel lavoro. E da fuori? La “veterana†D’Ambrosio augurando buon lavoro ai neo sindaci, ha speso una parola in più per le colleghe: «Siamo un bel gruppo di donne sindaco e mi sento in ottima compagnia». Cecilia Carmassi, da sempre impegnata in politica, ha scritto nel suo blog “La politica che ci piaceâ€: «Non so se vi rendete conto, ma in questa provincia in cui le istituzioni sono quasi sempre rappresentate da uomini, in una sola tornata sono state elette quattro sindache che si aggiungono a Sara D’Ambrosio». Altri auguri ufficiali alle neo sindache? Forse ci sono sfuggiti, forse sono giunti fuori dall’ufficialità . Alla fine conta poco: le donne sanno come si fa. Lo hanno sempre saputo e l’allenamento è l’esercizio quotidiano di sopravvivenza nonostante tutto e tutti. Ce ne vogliono di più di donne in politica: blindate per decenni, ostacolate, relegate a ruoli secondari nel migliore dei casi; poche le eccezioni. Ora le donne si preparino. Ci sono grandi comuni che presto andranno al voto e l’alternanza di genere alla guida sarebbe un toccasana. Buon lavoro, intanto, alle prime sindache lucchesi. —
Fonte: Il Tirreno