Livorno, l’attività storica è ormai un’istituzione per via dell’Origine e dintorni. «Ci svegliamo alle 4 per garantire ai clienti i prodotti migliori»Â
LIVORNO. “La Botteghinaâ€, il negozio di ortofrutta di Milena Barca, è da quasi 40 anni uno dei punti di riferimento per gli abitanti del circondario. Siamo all’inizio di via dell’Origine, nel suo tratto settentrionale, all’interno di un’area densamente edificata d’impianto ottocentesco formatasi con l’espansione urbana di Livorno avvenuta in epoca lorenese, ma dalle radici assai più remote.
«Ho cominciato nel 1981 – spiega Milena Barca – aprendo un negozio di frutta e verdura, sempre in via dell’Origine, ma al numero 3, restandovi sino al 1986 quando mi sono trasferita nel fondo attuale, al numero 13, dove prima c’era un’antica macelleria».
Srotola il filo della memoria l’imprenditrice, grazie all’iniziativa “I negozi della nostra storia†organizzata da Tirreno e Confcommercio.
Il toponimo “L’ Origine†è noto sin dal ‘600 riferendosi a quella vasta area all’epoca poco abitata che, come riporta il Catasto Leopoldino, confinava a sud con la zona di Coteto a cui era collegata da una strada vicinale (divenuta comunale nel 1836) sfociando dalla parte opposta dove si forma il quadrivio fra via Guglielmo Oberdan (già via delle Spianate), corso Amedeo (l’antico Corso Reale) e via dell’Origine, proprio dove si trova “La Botteghinaâ€.
Proveniente da tutt’altra attività , avendo sino ad allora lavorato nel settore della maglieria, per Milena Barca gli inizi non sono stati facili riuscendo comunque a superarli insieme al marito, Daniele Galardini, che tuttora collabora con lei in negozio.
«Ci siamo dovuti fare un po’ le ossa. – continua Barca – Non è stato semplice, ma era qualcosa che ci piaceva fare. La mattina presto si andava al Mercato Ortofrutticolo, in via Jacopo Sgarallino per acquistare i prodotti da portare in negozio per la nostra clientela». E ancora: «Non è facile come potrebbe sembrare a prima vista. – sottolinea Galardini – Bisogna sapere la provenienza del prodotto, riconoscere se è fresco, cercare di acquistarlo scaricato sul momento, perciò appena arrivato, ed evitare di prendere avanzi di magazzino». Una consuetudine che si ripete oggi come allora: «Sino a qualche tempo fa, – continua Barca – quando la gestione del mercato ortofrutticolo era ancora comunale, alle sei e un quarto suonava la campanella all’ingresso e si poteva entrare. Tutto ciò con qualsiasi tempo. Freddo, acqua, vento. E bisognava pensare anche ai figli piccoli». Le cose però di recente sono cambiate: «Adesso la mattina – prosegue Galardini – si può entrare quando si vuole, ma per trovare il prodotto migliore bisogna andarci molto prima, cioè verso le quattro, quando arrivano i produttori agricoli». Realizzato nel 1955 dal Comune non lontano dalla Barriera Garibaldi su un’area complessiva di circa 14mila metri quadrati il Mercato ortofrutticolo livornese, dato in concessione ad un società privata nel 2017, rifornisce alcune centinaia di punti vendita del nostro territorio. «Ci troviamo molti prodotti locali – aggiunge Daniele Galardini – La bietola ed i carciofi, ad esempio, arrivano dalla Val di Cornia. I baccelli invece vengono da Salviano, mentre altri prodotti sono della zona di Lari». In questi anni sono inoltre cambiati radicalmente i gusti e le esigenze della clientela che sempre più spesso non si limita all’acquisto del prodotto così come è, ma richiede un qualcosa di già pronto. «Per questo – conclude Barca – abbiamo realizzato nel retrobottega una zona di cottura dove vengono cucinati i vari preparati da esporre nel bancone. Come, ad esempio, il riso freddo, il farro, a cui dopo la cottura sono aggiunte delle verdure, oppure le melanzane grigliate col battutino di aglio e prezzemolo».
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Fonte: Il Tirreno