Berardi riconosciuto colpevole senza sconti anche in appello per l’aggressione al pensionato deceduto dopo 8 mesi
SANTA CROCE. La Corte d’Assise d’Appello conferma la sentenza di primo grado con cui Nicolas Berardi, 23 anni, ex pugile di Pieve a Nievole, era stato riconosciuto colpevole di omicidio preterintenzionale per la morte di un pensionato di 72 anni, Antonio Rossi. E nel riaffermare la responsabilità dell’imputato ribadisce anche la pena inflitta dal gup del Tribunale di Pisa in rito abbreviato: 10 anni. La Corte ha, inoltre, respinto la richiesta della difesa di Berardi di revoca del carcere con i domiciliari. Il verdetto è arrivato nella tarda mattinata al Palagiustizia di Novoli a Firenze.
Berardi era assistito dall’avvocato Marco Treggi, mentre le due parti civili, i figli della vittima, erano rappresentati dal legale Letizia Giovannetti. L’imputato si trova nel carcere di Prato. Sia nel processo di Pisa che in quello di Firenze si è detto pentito per quel pugno fatale che ha tolto la vita a una persona e spedito in carcere l’autore. Un cazzotto sferrato con violenza e il bersaglio di tanto livore che cade e picchia la testa. Va in coma e dopo otto mesi senza aver ripreso conoscenza muore. A carico di Berardi, in carcere dall’agosto 2018 dopo essere stato arrestato ad Altopascio, anche l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e il pagamento dei danni da stabilire in sede civile. In aula c’era uno dei due figli di Rossi, Filippo, (l’altra Noemi ha preferito non partecipare), titolare dell’autonoleggio “Rossi Rent†di Santa Croce sull’Arno in cui in pochi attimi si consumò una tragedia con effetti ritardati. Una storia da manuale per la fattispecie di reato di omicidio preterintenzionale. La lite che precede e provoca l’evento fatale.
Il primo atto della vicenda aveva visto Berardi rinviato a giudizio per lesioni gravissime per lo stesso episodio. La morte di Rossi aveva poi costretto la Procura a modificare il capo d’imputazione aggravando la posizione processuale del 23enne. Rossi fu colpito al volto da un pugno partito da Berardi il 23 agosto 2018. Uno scatto d’ira dagli effetti letali. Rossi sarebbe caduto senza difesa, battendo la nuca prima contro lo spigolo di un bancone e poi sul pavimento. L’autore del cazzotto, stando alla ricostruzione degli inquirenti, invece di cercare di aiutarlo si sarebbe scagliato contro un impiegato dell’autonoleggio. All’origine dell’assalto una questione legata al noleggio di un’auto. Dopo la lite conclusa con il pugno, arrivato dopo una breve rincorsa, Berardi era scappato trovando rifugio dal padre in un albergo ad Altopascio. E qui venne bloccato dai carabinieri dopo ore di ricerche nella Piana Lucchese. Rossi non si era mai più ripreso. Gravissime le lesioni alla testa dovute al cazzotto e all’urto con il bancone. La vittima ogni tanto dava una mano al figlio nell’attività di noleggio auto. Il destino quel giorno d’agosto lo fece incrociare con l’anima violenta di Berardi. Il resto lo raccontano due sentenze di condanna.
Fonte: Il Tirreno