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In ricordo di Maria Pacini Fazzi. La Signora dei libri

Per una coincidenza unica, la signora Maria Pacini Fazzi ha concluso la sua vita piena di lavoro proprio nel giorno in cui è stato presentato l’ultimo libro pubblicato dalla sua casa editrice. Il libro ha un titolo, “Il Caselli, un caffè nella Storia di Lucca”, che con un piccolo riadattamento può essere adottato per raccontare la storia di Maria Pacini Fazzi: Una Signora nella Storia di Lucca.

Maria Pacini Fazzi aveva una solida consapevolezza del suo ruolo e della sua posizione e sapeva esercitarlo con un approccio alla vita quotidiana che rifletteva una forte personalità. Senza questa personalità, non avrebbe superato le difficoltà che ha affrontato e non avrebbe potuto portare avanti con successo l’iniziativa coraggiosa e ambiziosa a cui si è dedicata.

Iniziamo da qui. Avviare una casa editrice nella Lucca degli anni ’60 era molto più di una scommessa, una scommessa su cui pochi erano disposti a puntare. Oggi, alla luce dei risultati ottenuti, risultati che sono sotto gli occhi di tutti, possiamo dire con certezza che la signora Maria ha vinto quella scommessa. Nonostante lo scetticismo, i dubbi, l’iperpessimismo e l’invidia che prosperano a Lucca e non solo.

Con un catalogo di qualche centinaio di titoli, la casa editrice Maria Pacini Fazzi si è guadagnata un posto di rilievo nel panorama editoriale cosiddetto di provincia, che è il cuore pulsante della produzione libraria italiana. È questa editoria, che raccoglie e dà visibilità alle esperienze di cultura diffuse che l’Italia è sempre stata ricca. Erede di una grande tradizione, che ha le sue radici nel policentrismo che ha caratterizzato gran parte della storia nazionale, illuminata dalla splendora delle tante piccole capitali che segnano il suo territorio.

È sicuramente grazie alla presenza attiva di questa editoria se la cultura delle “cento città”, che formano il tessuto dell’Italia e la rendono unica, non è stata cancellata dal dominio onnivoro delle grandi capitali, rappresentate in questo contesto dai nomi risonanti che dominano il mercato nazionale: Mondadori, Einaudi, Laterza, Feltrinelli.

Essi si contendono una sorta di Champions League, alla quale è praticamente impossibile accedere, ma proprio a causa delle loro dimensioni tendono a escludere dai loro interessi quella “provincia” che ha tutte le ragioni di rivendicare il diritto di non essere inghiottita e cancellata.

Se siamo in grado di tenere a mente queste considerazioni e comprendere il loro significato, allora siamo in grado di comprendere il valore e l’importanza dell’impresa che Maria Pacini Fazzi ha intrapreso quando ha deciso di creare a Lucca una casa editrice.

Data la sua storia di antica capitale città (per secoli Repubblica, poi Principato e poi Ducato), i suoi connotati unici che la distinguono nel panorama regionale, e la sua continua vocazione all’autosufficienza orgogliosa che la sua conformazione urbana incoraggia costantemente, Lucca sembrava predestinata a entrare in quella “rinascita delle cento città” che nella seconda metà del secolo scorso mostrava forti segni di vitalità.

A rovinarla, disperdendo lo spirito che l’animava, hanno poi provveduto le Greppie Regionali, sotto il controllo di voraci burocrazie, guidate da mediocri amministratori, privi di cultura e quindi incapaci di stabilire un collegamento con quel desiderio di rinascita civica che ha trovato a Lucca un terreno fertile e produttivo grazie all’opera del sindaco di quel tempo, il dottor Giovanni Martinelli, che ha fatto del risvegliato orgoglio civico il suo programma amministrativo. Prima e meglio di altre città toscane, Lucca è riuscita a trovare una posizione che la proiettava sul panorama nazionale (basti pensare all’operazione dei Comics), ha saputo restituire un senso alla sua storia (la valorizzazione delle Mura) e ha saputo attirare a sé, come una madre premurosa, i suoi tanti figli sparsi per il mondo.

La nascita della casa editrice Pacini Fazzi si inseriva perfettamente in questa direzione programmata delle cose e a suo modo fungeva da strumento del progetto del dottor Martinelli, che da subito ha incoraggiato l’iniziativa editoriale e ha lavorato per sostenere il “Messaggero di Lucca”, il mensile della famiglia Fazzi che manteneva i legami con le comunità lucchesi all’estero.

Del progetto della “Più Grande Lucca”, concepito dal dottor Martinelli, la signora Maria ha subito colto la grande opportunità che si presentava e ha fatto della casa editrice uno strumento operativo efficace. Le premesse per questa collaborazione c’erano tutte, ma è stata l’intelligenza, la sensibilità e la determinazione della signora Pacini a farlo fruttare.

È sicuramente stata sua l’illuminazione, che si è rivelata vincente, di attirare attorno alla casa editrice quelle eccellenze lucchesi (i lucchesi della diaspora) che in Italia e all’estero avevano ottenuto prestigiosi riconoscimenti.

Si trattava, in base alla visione della signora Maria, di correggere distrazioni ingiustificate e dannose, offrendo l’opportunità di dimostrare che la loro città intendeva fare affidamento sulle loro qualità. Così è stato per la professoressa Isa Belli Barsali, docente all’Università di Roma, e dalla sua collaborazione con la casa editrice è nato quel ponderoso volume dedicato a ripercorrere la storia delle Ville Lucchesi, che rimane un monumento insuperabile di storia e cultura. Così è stato con il professor Felice Del Beccaro, docente di Letteratura Italiana alla Sorbona di Parigi, che ha affidato alla Pacini Fazzi la nuova serie della rivista “La Rassegna Lucchese”. E così è stato con Guglielmo Petroni, lo scrittore lucchese vincitore del Premio Strega nel 1974 con il romanzo “La morte del fiume”, che la casa Pacini Fazzi ha ripubblicato in occasione del centenario della sua nascita. Come ha ripubblicato “Il Diario di campagna” di Arrigo Benedetti.

La presenza della casa editrice Pacini Fazzi è testimoniata dalla nuova generazione di studiosi che, a partire dagli anni ’70, ha dato un nuovo impulso agli studi storici lucchesi. È iniziato con Rita Mazzei con il volume sulla società lucchese del Seicento, seguita da Renzo Sabbatini, Carla Sodini, Roberta Martinelli. E infine anche io, che mi considero “organico” alla casa editrice.

Arrivati a questo punto, ce n’è abbastanza per confermare quel titolo che ho proposto all’inizio: “Una Signora nella storia di Lucca”.

Certo la Signora dei Libri, discendente di una solida stirpe del Giannotti, ha saputo onorare la sua città. Il vasto e unanime cordoglio che ha seguito la sua morte ci dice che Lucca nel suo grande cuore ha collocato la signora Maria tra i suoi cittadini di cui è orgogliosa e che considera degni di memoria.

Agli figli, i cari amici Francesca e Pietro, Margherita, Gemma e Paola, rinnoviamo la nostra solidarietà nel loro lutto, certi che sapranno trarre dalle lezioni della loro amata madre la guida per le loro azioni, improntate a quel senso del valore della coesione familiare che ha sostenuto Maria in ogni momento della sua vita.

Foto da Enciclopedia delle Donne.

2024-04-18 19:54:16