“L’impianto per il trattamento di rifiuti come assorbenti, pannolini e pannoloni (Pap) che sarà realizzato da Reti Ambiente in collaborazione con Ascit, si presenta come la soluzione meno impattante dal punto di vista dell’economia circolare per questi scarti, che sono sempre stati considerati non riciclabili: non ci sarà combustione nell’impianto, non saranno prodotte emissioni in atmosfera e anche per quanto riguarda gli odori, il problema sarà minimizzato e circoscritto all’interno degli impianti”. Dopo le risposte alle preoccupazioni dei comitati fornite dall’assessore del Comune di Capannori, Giordano Del Chiaro e dal coordinatore del Centro di Ricerca Rifiuti Zero, Rossano Ercolini, arrivano anche le precisazioni del comitato scientifico di Legambiente, in merito alla futura piattaforma per il riciclo dei prodotti assorbenti che sarà realizzata a Capannori.
“Un impianto – afferma anche Legambiente – che funzionerà come una grande lavatrice, in cui pannolini e pannoloni saranno lavati e sterilizzati, successivamente la cellulosa sarà separata dalle plastiche, in un processo volto a minimizzare gli odori”.
“Nel caso specifico, poiché il trattamento dei materiali avverrà in ambienti chiusi, controllati, depressurizzati, in modo tale che la componente odorosa possa essere circoscritta all’interno degli edifici predisposti al loro trattamento e successivamente convogliata in filtri che ne riducono il carico, l’impatto si considera praticamente nullo sui possibili recettori all’esterno dell’impianto – spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente – Sulla documentazione prodotta dal proponente, inoltre, si evidenzia come il triplo strato di filtri sia la soluzione impiantistica migliore scelta e che quindi la componente odorosa è, di fatto, circoscrivibile solo alla movimentazione dei rifiuti verso l’impianto. Tuttavia, è importante sottolineare che questo aspetto è indipendente dall’impianto, perché quel tipo di movimentazione avverrebbe ancora di più se la destinazione finale fosse diversa, cioè una discarica.”
“L’economia circolare si nutre di visioni, di obiettivi e di valori, ma per essere attuata necessita di impianti. Tuttavia, essi, una volta collocati sul territorio, incontrano spesso difficoltà. Per placare paure, preoccupazioni (anche legittime) e diffidenze, è necessaria la massima trasparenza e il miglior coinvolgimento dei cittadini – afferma Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – Legambiente, da sempre sostenitrice di un approccio rigorosamente basato sull’ambientalismo scientifico, richiama l’attenzione sulla necessità di rendere pubbliche le analisi tecniche sul progetto, tanto da poter immaginare fin da ora un processo partecipativo sull’impianto di Salanetti. Una discussione serena e priva di pregiudizi, sul merito di un progetto impiantistico, è il miglior punto di partenza e il miglior antidoto per uscire dalla logica del rifiuto a priori, perché una cosa ci è molto chiara. È necessario dotare il Paese di impianti di riciclo innovativi se vogliamo realmente abbandonare soluzioni e tecnologie superate come discariche e inceneritori.”
Assorbenti, pannolini e pannoloni sono rifiuti che hanno riempito per anni le discariche di tutto il paese, essendo considerati, come i materiali non riciclabili per eccellenza. Ogni anno, 8,5 milioni di tonnellate di prodotti assorbenti per la persona (Pap, tra cui pannolini e assorbenti per l’incontinenza) finiscono la propria vita in discarica o inceneritore, in Europa. Ben 900mila tonnellate all’anno solo in Italia; attualmente, nel nostro paese, già oltre 16 milioni di cittadini hanno accesso a servizi di raccolta differenziata Pap, con una tendenza di forte crescita.
Legambiente è, fin dall’inizio, sostenitrice delle tecnologie di riciclo dei prodotti assorbenti usati per la persona (Pa). Lo è stata stimolando la nascita stessa della tecnologia in Italia, fino alla sua applicazione industriale e fino all’emanazione, nel maggio del 2019, del primo decreto End of Waste al mondo dedicato a questa categoria di rifiuti. “Si tratta – afferma Legambiente – di un’opportunità per il riciclo di uno dei rifiuti più difficili da trattare, composto da materie prime ad alto valore, che vengono attualmente depositate in discarica o inceneritore (oltre il 4 per cento dell’indifferenziato), con un conseguente danno ambientale ed economico. Grazie al progresso tecnologico e impiantistico, incluso impianti come quello che sorgerà a Capannori, oltre che ad un’estensione della filiera grazie a una gestione innovativa che vede l’Italia in prima linea per la gestione logistica di questi rifiuti, oggi i Pap sono diventati una risorsa che permette il riciclo dei componenti organici e plastici, per ridurre l’utilizzo di materie prime e ridurre complessivamente l’impatto ambientale che ne deriva”.
“Un impianto di questo tipo – conclude la nota – non è una novità in Italia, in Veneto è stato realizzato un impianto di riciclo dei Pap che ha visto la stretta collaborazione tra il proponente dell’epoca e la società che gestisce i rifiuti nella provincia di Treviso, Contarina. L’impiantistica prevista a Capannori, finanziata interamente attraverso i fondi del Pnrr e quindi senza aggravare i costi di servizio per il territorio, potrà certamente beneficiare di miglioramenti, a partire dall’approvvigionamento energetico da spostare da metano a fonti rinnovabili, ma nel complesso non ha le caratteristiche negative di un inceneritore, di un impianto che emette sostanze inquinanti (o chimiche) nell’ambiente e/o nelle acque. È un impianto che può essere migliorato ma è certamente all’avanguardia nel panorama dell’economia circolare italiana”.
2024-05-16 22:23:39