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MODENA – “PARIMPAMPÙM. LE BAMBINE MAGICHE NELLE FIGURINE”

“L’incantevole Creamy”, “Magica magica Emy”, “Sandy dai mille colori”, “Lulù l’angelo dei fiori”, “Ransie la strega”, “Magica Doremi”, “Sailor Moon” e altre. Non potevano mancare le bambine magiche dei cartoni animati giapponesi (e non solo) nella mostra “80-90. Televisione, musica e sport in figurina” a cura di Francesca Fontana e Thelma Gramolelli, visitabile gratuitamente dall’11 marzo al 16 luglio al Museo della Figurina di Modena, realizzata in collaborazione con Fondazione Cassa di risparmio di Modena.

A Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103), “Parimpampùm. Le bambine magiche nelle figurine”, così è intitolata la nuova sezione di mostra, è stata presentata in anteprima alla stampa questa mattina, giovedì 9 marzo, da Gianpietro Cavazza, assessore alla Cultura, Paola Basile, curatrice del Museo della figurina, e da Francesca Fontana e Thelma Gramolelli, curatrici della mostra.

 “Parimpampùm” approfondisce, un tema narrativo che ha caratterizzato il boom dell’invasione degli “anime” in Italia attraverso l’esposizione di album e figurine e intende guardare al genere non solo come un prodotto di svago dedicato alle più piccole, ma anche come racconto permeato da archetipi di favole, miti e leggende, che propone modelli universali, riconoscibili da chiunque in ogni epoca e ad ogni latitudine. In mostra anche gadget messi a disposizione da Cosmic Group. Al Bookshop il catalogo con testi di Francesca Fontana e Thelma Gramolelli.

È a partire dall’inizio degli anni ’80 che i cartoni animati provenienti dal paese del Sol Levante, cominciano a popolarsi di “mahō shōjo”, ragazze magiche che, grazie all’aiuto di folletti e oggetti magici assumono sembianze diverse per affrontare piccoli e grandi problemi quotidiani. In un periodo in cui in Giappone le donne stavano iniziando a emanciparsi e il mondo si preparava all’avvento del “girl power” anni ‘90, tra tematiche sentimentali e componenti fantasy, queste eroine coraggiose compiono quasi sempre un percorso iniziatico che alla fine le porta a raggiungere una nuova consapevolezza di sé e delle proprie capacità.

La più nota in questa specifica produzione è senza dubbio “L’incantevole Creamy”, del 1983, in cui la piccola Yu si trasformava nell’affascinante teen-idol Creamy pronunciando la buffa formula “Parimpampùm”. Lo strepitoso successo della serie porterà poi alla produzione di un consistente merchandising diretto a un pubblico di bimbe e ragazzine e alla creazione, negli anni subito successivi, di analoghe strutture narrative, come in “Magica magica Emy”. Oltre a queste maghette, ovvero bambine che acquisiscono i poteri per un periodo limitato, tra cui anche “Sandy dai mille colori”, le tipologie di bambine magiche comprendono anche le streghette, provenienti da regni magici e dotate di poteri innati, come “Bia, la sfida della magia”, “Lalabel”, “Lulù l’angelo dei fiori”, “Ransie la strega”, “Magica Doremi”. Tra le eroine spicca “Sailor Moon”, in cui le guerriere combattono da sole le forze del male senza una leadership maschile, eredità poi raccolta da Card Captor Sakura.

Anche l’America negli anni ‘80 produce cartoni animati ispirati alle “majōkko” giapponesi, ma l’operazione commerciale va in modo inverso rispetto all’Oriente: se qui il merchandising fa seguito al grande successo ottenuto, in Usa realizzano il cartone animato ispirandosi a linee di bambole con lo scopo, si direbbe, di favorirne la diffusione: è il caso di “Jem” e “Lady Lovely”, prodotte da Hasbro e Mattel.

Come sezione complementare alla mostra, il Museo espone un nucleo di giornalini femminili che vanno da inizio Novecento agli anni ‘50, provenienti dall’ampia collezione Tagliavini-Roccatagliati, donata al Museo della Figurina nel 1999. Tenendo conto del contesto storico e sociale, è interessante notare come le direttrici delle testate, pur in un clima di valori tradizionali e cattolici, rimarchino frequentemente che anche per le donne sia necessaria una solida istruzione, strumento essenziale per la formazione di uno spirito critico e primo requisito per la conquista dell’emancipazione.

“Parimpampùm” si visita gratuitamente nella mostra “80-90. Televisione, musica e sport in figurina” dall’11 marzo al 16 luglio al Museo della Figurina di Modena, Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30; sabato, domenica e festivi a orario continuato dalle 10.30 alle 19.30; chiuso lunedì e martedì (www.museodellafigurina.it).