Quasi 267mila persone hanno dato il proprio assenso. Al via la nuova campagna di sensibilizzazione della Regione
Nel 2016 in Emilia-Romagna aumentano del 20% i donatori e del 24,2% i trapianti. Di conseguenza, le persone in lista d’attesa scendono da 1.272 a 1.084 (-14,8%), la metà delle quali provenienti da altre regioni. Sono poi oltre 276 mila i cittadini (276.260) che hanno registrato la propria volontà sulla donazione degli organi e dei tessuti; di questi, 266.880, vale a dire il 96,6%, lo ha fatto per dire “Sìâ€: numeri che collocano la regione al primo posto in Italia, assieme alla Valle d’Aosta, per numero di consensi rispetto alla popolazione, e al secondo posto per numero di dichiarazioni rilasciate, sempre in rapporto agli abitanti.Â
É un bilancio positivo quello che emerge dal Report 2016 del Centro riferimento trapianti dell’Emilia-Romagna e dai dati registrati dal sistema informativo del Centro nazionale trapianti, aggiornati al 3 aprile 2017 e rielaborati dal Servizio statistica regionale. Numeri che permettono anche di pensare ad un nuovo progetto, annunciato oggi a Bologna in conferenza stampa: un futuro polo di trapianto di rene da cadavere, che sorgerà a Ravenna.Â
E per far crescere ancora la cultura della donazione, è in arrivo una nuova campagna di comunicazione della Regione, costruita anche grazie ai risultati di un sondaggio che racconta come gli emiliano-romagnoli vedono la donazione d’organi e tessuti, quali sono le motivazioni positive, le paure e i pregiudizi.Â
Donatori, trapianti, liste d’attesa
Il numero dei donatori utilizzati è cresciuto progressivamente negli ultimi anni: erano 99 nel 2014, sono stati 118 l’anno successivo e hanno raggiunto quota 142 nel 2016 (+20,3% rispetto a dodici mesi prima). Nel 2016 si sono registrate le prime 5 donazioni a cuore fermo, ora possibili anche in Italia ed effettivamente praticabili in Emilia-Romagna grazie all’organizzazione del Crt e alla qualità delle competenze e delle tecnologie delle Aziende sanitarie.Â
Le opposizioni dei parenti alla donazione, al momento della richiesta dei medici, sono contemporaneamente scese dal 30,1% del 2014 al 27,6% del 2015 e al 26,1% dell’anno scorso. Una percentuale inferiore rispetto alla media nazionale, inchiodata nel 2016 al 30,3% (era al 30,5% dodici mesi prima).Â
I trapianti sono cresciuti di una percentuale ancora superiore (complessivamente +24,2%), passando da 313 a 389. Ad essere aumentati percentualmente di più sono stati i trapianti di cuore (28, + 55,5%) seguiti da quelli di fegato (142, di cui 2 da vivente, + 23,4%). I trapianti di rene sono stati 212 (+21,8%), di cui 25 da vivente, sei quelli di polmone (5 nel 2015) e uno multiviscerale (come l’anno precedente). Â
Tutto ciò ha permesso di ridurre il numero delle persone in attesa di un trapianto: complessivamente, le liste comprendono 1.084 persone, 188 in meno rispetto all’anno precedente (-14,8%), di cui il 50% (520) proveniente da altre regioni. In particolare per il rene si è scesi da 920 persone a 802, per il fegato da 257 a 196, mentre per il cuore le liste sono stabili a quota 49 persone.
I dati del Centro nazionale trapianti
Sono 276.260 – al 3 aprile 2017 – i cittadini dell’Emilia-Romagna che hanno registrato la propria volontà sulla donazione degli organi e dei tessuti presso le Asl, i Comuni e l’Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule). 266.880, vale a dire il 96,6%, lo ha fatto per dare il proprio consenso.
Cifre che collocano appunto la regione in testa alla classifica, a pari merito con la Valle d’Aosta, per numero di consensi rispetto alla popolazione; e al secondo posto per numero di dichiarazioni rilasciate, sempre in rapporto agli abitanti. Considerando infatti la popolazione residente in Emilia-Romagna all’1 gennaio 2016 (4.448.146), corrisponde al 6% la percentuale di consensi, la stessa della Valle D’Aosta; seguono al 5,2% il Veneto e al 5% la Lombardia. Guardando invece la percentuale di dichiarazioni, sempre espressa sul numero di residenti, questa sale al 6,2% (seconda, dopo la Valle d’Aosta al 6,3%).
Non solo, perché l’Emilia-Romagna è anche una delle regioni con il maggior numero di Comuni, 242, in cui è possibile registrare il proprio volere sulla donazione di organi e tessuti nel momento del rilascio o del rinnovo della carta di identità .
Risultati ottenuti grazie all’impegno della Regione, che attraverso il Crt ha organizzato 34 corsi formando 974 operatori delle anagrafi dell’Emilia-Romagna e promuove da tempo campagne informative ed iniziative di sensibilizzazione, a partire da “Una scelta in Comune†finalizzata proprio a sostenere questa opportunità . I dati – in costante aggiornamento – possono essere consultati sul sito del Sistema informativo trapianti (https://trapianti.sanita.it/statistiche).
Gli ospedali dell’Emilia-Romagna in cui si effettuano i trapianti
In Emilia-Romagna si svolgono le attività di trapianto d’organo per rene, rene-pancreas, cuore, fegato, polmone, intestino e multiviscerale. I trapianti d’organo vengono effettuati presso le Aziende ospedaliero-universitarie di Parma, Modena e Bologna, a cui si uniscono, per quel che riguarda il midollo osseo, anche l’Azienda Usl di Piacenza e ospedaliera di Reggio Emilia e per il trapianto di cute l’Ospedale Bufalini di Cesena.
Storicamente il primo trapianto di rene da cadavere è stato eseguito a Bologna il 24 ottobre 1967, il primo trapianto di rene da vivente, sempre a Bologna, il 26 gennaio 1971; il primo trapianto di fegato a Bologna il 9 aprile 1986; il primo di cuore a Bologna il 23 settembre 1991; il 30 dicembre 2000 il primo trapianto di intestino a Modena e il 16 febbraio 2001 il primo trapianto multiviscerale a Modena; il 10 settembre 2001 il primo trapianto di polmone, a Bologna.
La donazione secondo gli emiliano-romagnoli
Per impostare la nuova campagna di comunicazione, con l’obiettivo di promuovere ulteriormente la cultura della donazione e un’adesione ancora più ampia da parte dei cittadini, è stato richiesto all’agenzia che si sarebbe aggiudicata l’incarico di svolgere un sondaggio preventivo per rilevare l’opinione degli emiliano-romagnoli. Swg ha svolto quindi 1.000 interviste tramite questionario strutturato a un campione estratto con criteri proporzionali per genere, età e provincia di residenza.
Sei emiliano-romagnoli su dieci ritengono di essere molto (9%) o abbastanza (51%) informati sulla donazione di organi e tessuti. Superano questa percentuale i ceti più istruiti (65%) e gli anziani (64%), mentre non la raggiungono i millennials – cioè i nati tra gli anni ’90 e i primi anni 2000 – (54%) e soprattutto i redditi più bassi (48%).Â
Molti sono però i dubbi o le convinzioni errate: per il 29% degli intervistati, ad esempio, non serve formalizzare la propria volontà di donare, mentre percentuali ancora alte hanno le idee confuse o errate sulla possibilità di donare ad esempio pancreas (61%), arti (60%), fegato e capelli (54%) o addirittura il cervello (43%). Ci sono poi paure difficili da superare: il 38% degli intervistati ritiene che sia possibile che ad una persona dichiarata clinicamente morta vengano prelevati gli organi prima del tempo, mentre un 30% non sa.
Verso la donazione post mortem è disponibile il 75% degli interpellati (44% certamente, 31% probabilmente). Ma perché donare? Per il 68% per dare a qualcun altro la possibilità di godersi la vita. Per il 36% per generosità , perché piacerebbe riceverla se ne avessero bisogno (23%) o per senso civico (22%). E che cosa invece frena? La paura che il prelievo avvenga prima della morte effettiva (36%) o per motivi religiosi e spirituali (23%), per il sospetto che le donazioni siano legate a interessi economici (21%) o per mancanza di informazioni su come fare (17%).
La nuova campagna “Donare vuol dire essereâ€
Il focus di comunicazione della nuova campagna è tutto nell’espressione “donare vuol dire essereâ€, ovvero: se doni sei “più personaâ€, più te stesso, più autentico. Si rivolge alle persone che hanno dentro di sé la predisposizione al dono che, come racconta il sondaggio, sono la maggior parte degli emiliano-romagnoli, per far scattare in loro una riflessione e una domanda: se ci credo, perché non ho ancora espresso la mia volontà di donare?
Una campagna, dunque, che premia la persona nella propria identità e consapevolezza. Obiettivo è coinvolgere emotivamente per spingere ad agire. Per questo “Organi, tessuti e cellule DONARE VUOL DIRE ESSERE†si completa nell’invito esplicito a compiere un gesto: “SCEGLI LA VITA, DIVENTA DONATORE – Scopri come su www.unasceltaconsapevole.itâ€. La campagna sarà declinata attraverso vari strumenti, che conterranno di volta in volta le indicazioni specifiche sul come e dove dichiarare la propria volontà di donare: dalle locandine, agli annunci sui social, ai totem negli uffici anagrafe. Â
Fonte: Regione Emilia Romagna