A Bologna gli Stati generali delle politiche “verdi”. I dati sull’occupazione e l’impatto del Piano energetico regionale
In Emilia-Romagna il 27,7% delle imprese (in totale oltre 33mila) ha investito nel green economy tra il 2010 e il 2015 o sta progettando di farlo. Le ripercussioni sull’occupazione sono significative: sul totale dello scorso anno, le assunzioni nel settore sono state l’11,3%. Questi alcuni dati sulle politiche “verdi†in Emilia-Romagna emerse durante gli Stati generali della green economy che si sono svolti oggi all’Opificio Golinelli a Bologna.
Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e gli assessori Palma Costi (Attività produttive, piano energetico, economia verde), Paola Gazzolo (Ambiente), Simona Caselli (Agricoltura) e Raffaele Donini (Trasporti, reti, infrastrutture) hanno illustrato le azioni per un modello di crescita sostenibile. Le stesse che costituiscono la spina dorsale del programma di governo della Giunta. Un programma che punta a un nuovo sistema produttivo in cui la sostenibilità ambientale è connaturata alla sostenibilità sociale (con al centro il Patto per il Lavoro), all’attrattività degli insediamenti produttivi per una sempre maggiore competitività delle aziende, senza tralasciare la messa in sicurezza del territorio e la valorizzazione delle risorse naturali. Ricerca, innovazione ed efficienza energetica, economia circolare e qualificazione ambientale, eco-innovazione in agricoltura e produzioni bio; mobilità sostenibile, sono i pilastri dell’azione regionale a sostegno della green economy.
La crescita in regione è testimoniata da alcuni dati. Ad esempio, con il 10,79% l’Emilia-Romagna ha un percentuale maggiore di brevetti verdi rispetto all’Italia (6,01%). Un forte impulso arriverà dall’approvazione del Piano energetico regionale (Per) che ha l’obiettivo della riduzione delle emissioni del 20% al 2020 e del 40% al 2030 rispetto ai livelli del 1990; l’incremento al 20% nel 2020 e al 27% nel 2030 della quota di copertura dei consumi attraverso l’impiego delle fonti rinnovabili; l’aumento dell’efficienza energetica al 20% nel 2020 e al 27% nel 2030.
Su questo punto, le parti sociali intervenute (Confindustria Emilia-Romagna, Tavolo permanente per l’economa, Cnr Bologna e organizzazioni sindacali) hanno sottolineato in modo unanime l’importanza del percorso partecipativo che la Regione ha messo in atto sul Per come modello di confronto sulla green economy.
Fonte: Regione Emilia Romagna