La lotta allo smog sarà senza confini nel bacino padano: le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, con l’avallo e le risorse del Governo, lavoreranno insieme per contrastare l’inquinamento atmosferico tramite investimenti pubblici ed interventi comuni.
Il “Nuovo accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padanoâ€, firmato il 9 giugno a Bologna dal ministro dell’Ambiente, dai presidenti di Emilia-Romagna e Piemonte e dagli assessori all’Ambiente di Lombardia e Veneto, ribadisce innanzitutto la centralità di una lotta condivisa contro un fenomeno particolarmente intenso in Italia settentrionale. Alla cerimonia era presente anche l’assessore all’Ambiente del Piemonte.
L’intesa punta a misure strutturali e attuate secondo regole omogenee per l’accesso alle Ztl, il car-sharing, la mobilità ciclo-pedonale, la distribuzione diffusa di carburanti alternativi, le limitazioni alla circolazione per dare risposte concrete a un’area di oltre 23 milioni di residenti (il 40% della popolazione italiana). Ad esse si aggiunge lo stanziamento di 16 milioni di euro complessivi da parte del Ministero: 8 milioni per gli eco-bonus delle Regioni, gli incentivi economici per la sostituzione dei veicoli più inquinanti; 8 milioni per ridurre l’inquinamento prodotto dalle attività agricole e zootecniche, promuovendo le buone pratiche. Sono inoltre allo studio misure sulle tasse automobilistiche e altre anche di carattere legislativo per accelerare la progressiva diffusione di veicoli a basse o nulle emissioni, in sostituzione delle tecnologie tradizionali come i diesel. Condivisa, infine, anche la gestione delle situazioni di emergenza legate al superamento dei limiti di inquinamento da polveri sottili, con divieti temporanei anch’essi unificati.
ll ministro dell’Ambiente lo ritiene un accordo importante: per la prima volta le Regioni che insistono sulla Pianura padana hanno concordato azioni omogenee ed integrate. Le quattro Regioni hanno approvato Piani sulla qualità dell’aria che si parlano tra loro ed hanno preso impegni per portare avanti ulteriori azioni comuni per migliorare la qualità dell’aria e della vita delle persone.
Il presidente dela Regione Piemonte ha messo in risalto che con la firma di questo accordo prosegue il lavoro di coordinamento a livello interregionale su grandi temi di interesse pubblico ed ha evidenziato che il Piemonte è da tempo attivamente impegnato nel contrasto all’inquinamento anche attraverso progetti capofila, come la tavola semaforica recentemente introdotta e che prevede le varie misure da attuare in caso di sforamento dei livelli di polveri sottili nell’aria. E i dati dicono che queste azioni danno risultati concreti e misurabili già nel breve periodo.
Ha quindi sottolineato che quattro Regioni che concordano, dopo un lungo e produttivo confronto, un sistema di azioni comuni è un segnale di fondamentale importanza in un momento in cui ci sono azioni, a livello internazionale, di fatto contrastanti rispetto all’obiettivo del miglioramento del clima e dell’aria. Se è vero, com’è vero, che l’ambiente è la sfida del millennio, per riuscire a conservare un pianeta vivibile per chi verrà nei secoli futuri, è necessario che ci sia un approccio che veda forze politiche e istituzioni che collaborano al di là delle convenienze di breve periodo. E’ questa, per l’Italia, una sfida altrettanto importante che quella della conservazione dell’ambiente, perché siamo purtroppo un Paese in cui i partiti hanno troppo in testa la loro quotidianità , e il loro presente, e troppo poco il futuro di tutti noi.
In Piemonte gli intenti previsti dall’accordo troveranno applicazione anche attraverso le misure e azioni contenute nel Piano regionale per la qualità dell’aria, adottato dalla Giunta il 5 giugno su proposta dell’assessore all’Ambiente e adesso al vaglio delle commissioni consiliari competenti e del Consiglio regionale per l’approvazione definitiva.
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Cosa prevede l’accordo
Gli impegni delle Regioni
Eco-bonus per la sostituzione dei veicoli più inquinanti. Sarà promossa a livello regionale, mediante la concessione di contributi, la sostituzione dei veicoli più inquinanti soggetti alle limitazioni con mezzi a basso impatto ambientale, come i veicoli elettrici, ibridi elettrico-benzina, monovalenti, metano e Gpl, Bifuel benzina/metano e benzina/Gpl.
Le singole Regioni approveranno i bandi per la concessione degli eco-bonus, sostenuti con contributi statali fino a 8 milioni di euro complessivi.
Le misure strutturali
Le Regioni si impegnano a realizzare una serie di interventi a lungo termine. Tra questi: nuove infrastrutture per la distribuzione di carburanti alternativi e per la mobilità ciclo-pedonale nelle aree urbane; una regolamentazione omogenea per l’accesso alle zone a traffico limitato; la promozione del car-sharing con auto alimentate con carburanti alternativi; l’uso di fonti rinnovabili diverse dalla combustione delle biomasse.
Sarà poi vietato installare impianti di riscaldamento alimentati a biomassa con prestazioni emissiva inferiore alla classe “3 stelle†(“4 stelle†entro il 2020) e usare generatori con una classe di prestazione emissiva inferiore a “2 stelle†(“3 stelle†entro il 2020), mentre sarà reso obbligatorio l’utilizzo di pellet certificati.
Le buone pratiche agricole
I Piani di qualità dell’aria delle Regioni sosterranno interventi per la riduzione delle emissioni prodotte dalle attività agricole (tra cui la copertura delle vasche di stoccaggio di liquami, una corretta modalità del loro spandimento e dell’applicazione dei fertilizzanti), mentre sarà definita con il Ministero dell’Ambiente una proposta riguardante i requisiti generali per l’autorizzazione integrata ambientale delle attività di allevamento zootecnico.
Tali interventi saranno sostenuti con contributi statali fino a 8 milioni di euro complessivi.
Le limitazioni alla circolazione dei veicoli
Dal 1° ottobre 2018 i Piani per la qualità dell’aria delle quattro Regioni del bacino padano prevederanno la limitazione della circolazione dal 1° ottobre al 31 marzo, dal lunedì al venerdì e dalle ore 8,30 alle ore 18,30, per le autovetture e i veicoli commerciali di categoria N1, N2 e N3 ad alimentazione diesel fino all’Euro 3. La limitazione sarà estesa agli Euro 4 entro il 1° ottobre 2020 e agli Euro 5 entro il 1° ottobre 2025.
Le misure riguarderanno le zone urbane dei Comuni con più di 30.000 abitanti, nelle aree di superamento dei valori di polveri sottili o del biossido di azoto.
Gli impegni del Ministero dell’Ambiente
16 milioni di euro per la sostituzione dei veicoli inquinanti e per ridurre le emissioni da attività agricole e zootecniche
Il Ministero si impegna a contribuire con risorse fino a un massimo di 4 milioni di euro per ogni Regione per sostenere interventi di sostituzione dei veicoli più inquinanti (8 milioni) e di riduzione dell’inquinamento prodotto dalle attività agricole e zootecniche (8 milioni).
Inoltre, sono al vaglio misure sulle tasse automobilistiche, in funzione del potere inquinante del veicolo utilizzando il criterio del bonus-malus, e misure anche di carattere legislativo per accelerare, nel medio periodo, la progressiva diffusione di veicoli a basse o nulle emissioni, in sostituzione delle tecnologie tradizionali come i diesel.
Le misure temporanee in caso di accumulo continuativo degli inquinanti
L’accordo fissa modalità comuni di individuazione e contrasto delle situazioni di accumulo degli inquinanti atmosferici con particolare riferimento alle polveri sottili.
Il “semaforo†piemontese, il protocollo che individuava una serie di misure comuni da attuare almeno in tutti i Comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti e nell’agglomerato urbano di Torino, attivo dal 15 ottobre al 15 aprile, è stato assurto a modello per tutta la Pianura padana.
Sono stabiliti due livelli di allerta: il primo – arancione – in seguito al superamento del valore limite di PM10 giornaliero per 4 giorni continuativi e il secondo – rosso – per 10 giorni consecutivi.
Ai livelli di allerta sono associate misure temporanee da attivare prioritariamente nelle aree urbane dei Comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti nei quali opera un servizio di trasporto pubblico locale.
Le misure temporanee di 1° livello (arancione) riguardano: l’estensione della limitazione della circolazione a ulteriori categorie di veicoli diesel rispetto a quanto già previsto dal lunedì al venerdì (cioè alle autovetture fino a diesel Euro 4 e ai veicoli commerciali fino al diesel Euro 3); il divieto di utilizzo di stufe alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo) con prestazioni energetiche ed emissive inferiori alla classe “3 stelleâ€; il divieto di qualsiasi tipologia di combustione all’aperto (come falò, barbecue e fuochi d’artificio); il limite a 19°C (con tolleranza di 2°C) per le temperature medie nelle abitazioni e spazi ed esercizi commerciali; il divieto per tutti i veicoli di sostare con il motore acceso; il divieto di spandimento dei liquami zootecnici; l’invito alle amministrazioni di introdurre agevolazioni tariffarie sui servizi locali di trasporto pubblico; il potenziamento dei controlli con particolare riguardo al rispetto delle limitazioni alla circolazione veicolare, di utilizzo degli impianti termici a biomassa legnosa, di combustioni all’aperto e spandimento dei liquami.
Le misure temporanee di 2° livello (rosso, aggiuntive rispetto a quelle del 1°) prevedono un’ulteriore estensione delle limitazioni per i veicoli commerciali diesel fino all’Euro 4 e il divieto di utilizzo di stufe alimentate a biomassa legnosa (sempre in presenza di impianto di riscaldamento alternativo) con prestazioni energetiche ed emissive inferiori alla classe “4 stelleâ€.
Anche la comunicazione dei diversi livelli di allerta e delle relative misure troverà modalità comuni per l’informazione ai cittadini, grazie alla collaborazione delle agenzie ambientali regionali.
Fonte: Regione Piemonte
Fonte: ANSA