Lucca –
Dalla stazione viareggina, lo sanno anche tutti coloro che sono stati in villeggiatura in Versilia o ci vanno solo a ballare o a prendere un caffè in Passeggiata, passano continuamente treni merci. E’ una linea fondamentale tra nord e sud, forse più importante che quella passeggeri, più orientata sull’asse Roma- Milano via Firenze- Bologna.
Proprio un fatale deragliamento, fatale per le concomitanze, il luogo, il momento, al di là di tutte le responsabilità che hanno tentato di far emergere i vari processi, il deragliamento del treno merci 50325 Trecate-Gricignano; a causa della fuoriuscita di gas da una cisterna contenente GPL perforatasi nell’urto, provocherà una tragedia enorme.
Subito infatti, si innesca un incendio di vastissime proporzioni che interesserà la stazione di Viareggio, qualche centinaio di metri a sud del fabbricato viaggiatori della stessa, e le aree circostanti.
Alle 23:48 del 29 giugno 2009, il treno merci 50325 Trecate-Gricignano, con il suo convoglio di quattordici carri cisterna contenenti GPL, deraglia per cause probabilmente legate al cedimento del carrello del primo carro cisterna, che trascina fuori dai binari altri quattro carri.
 Solo dal primo carro, la cui cisterna viene perforata da un elemento dell’infrastruttura, fuoriesce il gas GPL che a contatto con l’ossigeno e alla prima possibilità d’innesco si incendia.
I danni sono immediati e 11 persone muoiono in pochi minuti, investite dalle fiamme o travolte dal crollo degli edifici; 2 altre persone sono stroncate da infarto e decine sono ferite; di esse molte rimangono gravemente ustionate, e la maggior parte muore, molti anche a distanza di diverse settimane dall’evento.
I due macchinisti sono rimasti indenni: dopo aver dato frenatura al convoglio si sono messi in salvo dietro ad un muro che li ha protetti dalla fiammata del gas innescato.
Il deragliamento si è verificato in corrispondenza del sovrappasso pedonale che scavalca il fascio binari sud della stazione ferroviaria, collegando via Burlamacchi con via Ponchielli. Il gas sembra essersi propagato in direzione di quest’ultima via, nella cui area si registra infatti il maggior numero di vittime, feriti e di edifici crollati o danneggiati.
Alcune abitazioni verranno poi abbattute su ordinanza delle autorità comunali, perché non più agibili o per costi di riparazione superiori ad una ricostruzione ex novo. Si abbatterà anche lo storico sovrappasso (“La Passerellaâ€) per i gravi danni strutturali riportati dallo stress termico.
In totale si contano 31 morti (33 contando i due deceduti per infarto) e 25 feriti.
I funerali di Stato ai quali hanno partecipato almeno 30.000 persone si sono tenuti il 7 luglio allo Stadio Torquato Bresciani per 15 vittime, altri 7 hanno ricevuto le esequie con rito islamico in Marocco. Due altri morti, avvenuti indirettamente per infarto, non sono stati messi nella lista ufficiale.
Il treno, composto da 14 carri cisterna, era trainato dalla Locomotiva E.655.175. Il primo carro era immatricolato presso la compagnia ferroviaria polacca PKP ed era stato costruito nel 2004 e revisionato il 2 marzo 2009 da una società di Bozzolo (MN), la Cima Riparazioni, mentre gli altri 13 erano immatricolati presso le ferrovie tedesche Deutsche Bahn. I carri con il gas sono stati instradati lungo il binario del raccordo interno che collega la raffineria SARPOM a San Martino di Trecate (NO) alla rete ferroviaria convenzionale da FS Logistica, che prima avrebbe compiuto le operazioni di verifica della sicurezza dei 14 carri e alla Stazione di Novara sono stati agganciati alla locomotiva. Le cisterne del convoglio, tra cui quella da dove è fuoriuscito il gas che ha innescato l’incendio, appartengono alla multinazionale statunitense GATX (sebbene rechino l’insegna KVG, la quale è una società austriaca di proprietà di GATX Rail) e poi date in locazione a FS Logistica che ha utilizzato i carri per i servizi a Sarpom. I treni erano diretti senza alcuna sosta a Gricignano di Aversa in provincia di Caserta, destinato all’Aversana Petroli della famiglia Cosentino di Casal di Principe.
In attesa delle conclusioni ufficiali delle commissioni di inchiesta la probabile causa dell’incidente è attribuibile al cedimento strutturale di un’asse del carrello del primo carro-cisterna deragliato. La prima foto pubblicata sembra confermare che l’incidente sia stato provocato dalla rottura dell’asse per fatica (cricca della boccola), dato che la sezione fratturata mostra la classica superficie “marezzata†per il 90% della sua superficie. Questa modalità di rottura è tipica degli assili ferroviari, ma non è immediata, anzi si innesca e propaga nel lungo periodo: per prevenirla sono previste stringenti procedure cicliche di controllo che consentono di individuare la cricca prima che si espanda e diventi pericolosa. Nel caso di specie la rottura dimostra che le procedure di controllo non sarebbero state rispettate.
Ma la sequela dei processi, come ormai abbiamo capito, avviene in Italia, quando ci sono verità scomode, o coinvolti personaggi o potentati, sarà lunga, per non dire infinita. Con presidi, sit in. Silenzi di certi politici. Speculazioni da parte di altri. Rinvii a giudizio prima di dieci poi di 38 persone…Persino l’utilizzo in afitto di una grande aula, scelta per contenere le centinaia di testimoni, avvocati..che non possono certo essere contenuti nelle piccole aule del Tribunale di Lucca…finirà in un processo!
Fonte Verde Azzurro