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[REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA] Mostre:Serracchiani inaugura Volti di Palmira, grande percorso cultura

Aquileia, 1 lug – “Il progetto dell’archeologia ferita ci sta
dando grandi soddisfazioni. È espressione di una cultura che ci
permette di legare le genti, recuperare memorie e rendere attuale
Aquileia come luogo di dialogo, incontro e confronto, tanto più
in anni in cui un patrimonio universale e straordinario viene
messo a repentaglio dagli attacchi terroristici”.

È quanto ha sottolineato la presidente della Regione Debora
Serracchiani intervenendo oggi all’inaugurazione della mostra
“Volti di Palmira ad Aquileia” realizzata dalla Fondazione
Aquileia e dal Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, aperta
fino al 3 ottobre al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia.

L’esposizione, curata da Cristiano Tiussi, direttore della
Fondazione Aquileia e Marta Novello, direttrice del Museo
Archeologico, ha ricevuto il patrocinio della Commissione
Nazionale Italiana per l’Unesco, del ministero dei Beni e delle
Attività Culturali e del Turismo e del ministero degli Affari
Esteri e Cooperazione Internazionale.

“Volti di Palmira” è il terzo appuntamento del percorso dedicato
all’archeologia ferita, dopo quelli del Museo del Bardo di Tunisi
e del Museo archeologico nazionale di Teheran, che la Fondazione
Aquileia ha intrapreso nel 2015, in collaborazione con il Polo
museale del Friuli Venezia Giulia. Un percorso di sensibilità e
denuncia allo stesso tempo, che vuole ampliare l’attenzione
dell’opinione pubblica sulla fragilità del patrimonio
archeologico dell’umanità, colpito per mano dell’uomo stesso,
come estremo sfregio perpetrato in azioni di guerra e terrorismo
ispirate dal fondamentalismo.

Una mostra che è quindi anche il simbolo della capacità di
tessere relazioni internazionali per il tramite della cultura,
come ha evidenziato il presidente della Fondazione Aquileia,
Antonio Zanardi Landi secondo cui “lavorare sui temi che uniscono
consente di inviare dei messaggi chiari e semplici all’opinione
pubblica su ciò che Aquileia ha rappresentato e può
rappresentare”.

Come ha riferito Zanardi Landi, la Fondazione “sta raccogliendo
interessanti contatti con paesi con cui l’Italia è o è stata il
primo partner commerciale e culturale, permettendoci di
riscoprire filoni su cui possiamo aprire nuove proposte di
collaborazione provenienti da singoli stati o dalle istituzioni
europee dell’Unesco”.

Sulla centralità di Aquileia nell’offerta culturale nazionale si
è soffermato anche l’assessore regionale alla Cultura, Gianni
Torrenti che ha ricordato gli investimenti (circa 5 milioni di
euro) che il Ministero ha destinato al parco archeologico e al
museo nazionale di Aquileia. Investimenti che si sono tradotti in
un primo intervento, visibile proprio in occasione dell’apertura
della mostra, ovvero il rifacimento dell’ingresso e della
biglietteria del museo.

“Se Aquileia ha ritrovato la centralità nazionale che merita” ha
proseguito Serracchiani “è grazie ad un lavoro di squadra che ha
aperto un percorso che ci farà arrivare lontano e che deve
proseguire aldilà della politica”. Serracchiani ha inoltre
evidenziato l’importanza dell’istituzione del Nucleo Tutela beni
culturali dei Carabinieri con sede a Udine “quale supporto
fondamentale alla conservazione del patrimonio e al recupero
della memoria”.

L’inaugurazione è stata segnata anche da un momento di commozione
che ha coinvolto le centinaia di persone presenti, quando il
sindaco della città romana, Gabriele Spanghero, ha chiesto un
minuto di silenzio in ricordo di tutte le vittime del terrorismo
ed in particolare di Khaled al-Asaad, il direttore generale del
polo archeologico di Palmira, ucciso dai jihadisti l’8 agosto
2015 nell’estremo tentativo di difendere le vestigia dell’antica
città.

Il percorso espositivo presenta sedici reperti originali di
Palmira e otto di Aquileia in un continuo rimando che vuole
restituire i tratti comuni di due comunità legate dall’apertura
cosmopolita, dall’intensa attività commerciale che portava con sé
scambi di idee e cultura, contaminazioni e legami con l’Oriente,
Roma e il Mediterraneo.
La mostra stessa è frutto della collaborazione tra più musei e
collezioni private.

Vi sono i volti degli esponenti di spicco delle più illustri
famiglie palmirene sui rilievi provenienti dalle ricche tombe di
famiglia. Un bassorilievo con iscrizione in palmireno è stato
prestato per l’occasione dai Musei Capitolini. Dai Musei Vaticani
proviene una raffinata testa di sacerdote, riconoscibile dal
copricapo tronco-conico (modius). Un’altra testa arriva dalla
Custodia di Terra Santa ornata da una corona di foglie e bacche
di alloro fissata da un medaglione. Altre figure di spicco sono
rappresentate nel rilievo del Salamallat da Gerusalemme o in
quello di Makkai da collezione privata.
Magnificenza ed eleganza si ritrovano negli ornamenti delle donne
palmirene, come fibulae, diademi e anelli rappresentati nel
rilievo dal Museo Barracco, in cui si coglie anche un particolare
pendente a forma di campana agganciato a un bracciale a
torciglione, un amuleto diffuso in tutta la Siria romana.
La splendida lastra del Museo Tucci svela l’abbigliamento
dell’epoca, in cui la figura femminile, a conferma delle
contaminazioni e della diffusione delle mode, è vestita alla
greca con il chiton (tunica) e l’himation (mantello).

All’inaugurazione sono intervenuti anche, tra gli altri, Luca
Caburlotto, direttore del Polo Museale, Marta Novello, direttrice
del Museo Archeologico, Cristiano Tiussi, direttore della
Fondazione Aquileia, il padre Francesco Ielpo, rappresentante
della Custodia di Terra Santa, il questore di Udine, Claudio
Cracovia, il Comandante dei Carabinieri tutela patrimonio
culturale, Lorenzo Pella, il comandante provinciale dei
carabinieri, Marco Zearo, l’assessore provinciale Beppino
Govetto.

Tra gli eventi collaterali, domenica 2 luglio alle 17.30 al Museo
Archeologico, è in programma la conferenza “L’archeologia ferita
in Siria e Iraq: la distruzione della memoria dell’uomo
nell’antica Mesopotamia e la sua rinascita” a cura del professor
Daniele Morandi Bonacossi dell’Università di Udine, direttore di
missioni archeologiche a Ninive e Palmira. L’ingresso al Museo è
gratuito, come per ogni prima domenica del mese, mentre resterà
aperto in via straordinaria lunedì 3 dalle 15 alle 19.

La presidente Serracchiani ha inaugurato anche la mostra “Sguardi
su Palmira” del maestro Elio Ciol, allestita negli spazi della
Domus e palazzo episcopale, che raccoglie venti suggestive
immagini in bianco e nero realizzate dal fotografo friulano a
Palmira nel 1996 prima dei recenti attacchi che l’hanno distrutta.
ARC/SSA/EP

Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia