Porcari (LUCCA) –
LUCCA. Si fa sempre più complicata la situazione dei discount Tuodì. Con le voci di una vendita a “pezzi†da parte della proprietà dei supermercati sempre più ricorrenti e l’ennesimo rinvio, per adesso di una settimana, del confronto al tavolo del ministero.
L’unico punto fermo per i lavoratori, circa una sessantina negli otto punti vendita della provincia di Lucca, è il tavolo istituzionale convocato dalla Provincia per domani, venerdì 21 luglio. I banchi dei punti vendita ancora aperti sono sempre più vuoti e anche l’annunciato rifornimento del 17 luglio non sembra aver portato benefici ai negozi. Il punto vendita di Porcari, infatti, risulta ancora chiuso anche se l’azienda avrebbe garantito la sua riapertura nel giro di un paio di settimane.
Come detto, però, i sindacati, Filcams Cgil e Uiltucs, dopo la richiesta di concordato in continuità presentata da Dico, che gestisce i punti vendita Tuodì, avevano chiesto di organizzare un tavolo proprio con Provincia e Comuni. «La preoccupazione per la tenuta occupazionale è altissima – avevano dichiarato pochi giorni fa Daniela Ricchetti di Filcams e Giovanni Sgrò di Uiltucs -. Come organizzazioni sindacali territoriali abbiamo richiesto l’attivazione di un incontro in Provincia affinché i lavoratori e le lavoratrici Tuodì abbiano la necessaria attenzioni e conseguenti azioni sinergiche per dare un futuro a decine di famiglie».
La fumata nera e il rinvio della discussione legata alla vertenza, però, non è un segnale positivo.
Molti lavoratori sono in questi giorni alle prese con trasferimenti temporanei o ferie forzate per la decisione di chiuderete momentaneamente i supermercati di Porcari e di Viareggio. Il rinvio del tavolo al ministero dello sviluppo economico è stato richiesto dalla stessa azienda di Antonino Faranda ufficialmente per avere i tempi tecnici per presentare la documentazione utile.
Per i sindacati, però, la prospettiva è sempre più quella di una vendita con la possibile apertura di una procedura di mobilità : «Quello che temiamo è che si possa procedere
ad una sorta di “spezzatino†– osservano i sindacati –. La richiesta di concordato in continuità presentata dall’azienda lo rende possibile. Non siamo contrari all’ipotesi della vendita, ma vanno valutati con molta attenzione i possibili compratori».
Alessandro Bientinesi
Fonte: Il Tirreno