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Lucca, truffa aggravata nel settore delle pulizie: sequestri per quasi 3 milioni

LUCCA – I militari del Comando Provinciale di Lucca, su disposizione del G.I.P. del Tribunale di Lucca, hanno eseguito un’ordinanza che impone un divieto temporaneo di un anno sull’esercizio di qualsiasi ruolo societario a due coniugi, amministratori di un gruppo de facto di imprese. Inoltre, è stato dato seguito a un decreto di sequestro preventivo di oltre 2.500.000 euro nei confronti di quattro individui e di quattro imprese – due società cooperative e due società commerciali –operative nella pianura di Lucca.

Le misure sono state eseguite nei giorni scorsi dagli specialisti del Nucleo P.E.F. di Lucca, con l’aiuto anche dell’unità cinofila antivaluta del Nucleo Operativo Metropolitano del Corpo di Firenze, a supporto delle contemporanee attività di perquisizione presso l’abitazione degli indagati principali e la sede delle società menzionate. Durante queste perquisizioni sono stati scoperti circa 165.000 euro in contanti conservati in due casseforti (una abilmente nascosta in un bagno).

Le indagini hanno avuto origine da un’inchiesta complessa condotta dal reparto menzionato, iniziata alla fine del 2021, che ha permesso di identificare, tra le altre attività illecite, anche il subdolo fenomeno del lavoro somministrato illecitamente dalle due cooperative in favore di tre imprese esterne al gruppo. Questa attività ha coinvolto, in un periodo di 5 anni, circa cinquanta lavoratori.

Le dettagliate indagini, condotte con il supporto dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro presso la sede di Lucca che ha esaminato gli aspetti legati alle questioni di lavoro, hanno rivelato un affinato sistema di frode fiscale destinata all’evasione dei contributi previdenziali e assistenziali da parte delle cooperative. I dipendenti di queste ultime, formalmente assunti solo lì, erano in realtà impiegati direttamente dall’azienda guidata da uno dei due coniugi, che è risultato essere l’effettivo capo del gruppo.

Questa frode veniva perpetrata tramite l’emissione di fatture false tra le imprese del gruppo e aziende terze, che giustificavano contratti di appalto di servizi che, in realtà, nascondevano il distacco di manodopera. In pratica, la costituzione ad hoc delle cooperative rappresentava solo un paravento – o un serbatoio di manodopera – per permettere l’assunzione di lavoratori da impiegare successivamente presso le società che commissionavano i lavori. Questo forniva un doppio beneficio per le società utilizzatrici: da un lato, non avevano ufficialmente a carico i dipendenti dal punto di vista contributivo-assistenziale e, dall’altro, risparmiavano sui costi della manodopera grazie al “servizio” economicamente più vantaggioso offerto dal Gruppo.

Inoltre, è stata rilevata una “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche” ai sensi dell’art. 640 bis c.p., in relazione alla percezione illecita del fondo di integrazione salariale per covid-19 ottenuto dai dipendenti messi in cassa integrazione senza le motivazioni che avrebbero giustificato tale ricevimento dall’Inps (ossia, la reale diminuzione del fatturato). Questo tipo di sussidio è stato anche erogato a parenti del capo del gruppo che risultavano, solo formalmente, impiegati delle società del gruppo, ma che, di fatto, non svolgevano alcuna attività lavorativa.

Alla fine delle verifiche e delle indagini condotte, anche tramite intercettazioni telefoniche, perquisizioni, acquisizione di informazioni sommarie da numerosi soggetti, verifiche bancarie, esame di una vasta quantità di documentazione cartacea e informatica acquisita, complessivamente sono state denunciate, a vario titolo, all’A.G. n. 11 persone fisiche e n. 9 persone giuridiche per i reati di “Truffa commessa a danno dello Stato”, “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, “Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte”, “Tentata estorsione”, “Violenza privata” e “Violazione della libertà e dignità del lavoratore”.

Sono stati inoltre segnalati all’A.G. i considerevoli debiti fiscali e contributivi delle aziende appartenenti al gruppo in questione, che ammontano complessivamente a oltre 3,3 milioni di euro.

L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza, in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro, dimostra l’impegno nel contrastare i fenomeni economici e finanziari illeciti più gravi e insidiosi, integrando le funzioni di polizia economico-finanziaria con quelle di polizia giudiziaria e garantendo l’attuazione degli obiettivi per l’apprensione dei beni dei soggetti che si sono indebitamente arricchiti.

2024-02-02 10:03:45