“ E’ questo, in sintesi, il messaggio politico-istituzionale del presidente della Provincia di Lucca, , che ieri (giovedì 16 marzo) ha consegnato un esposto cautelativo alla inviato per conoscenza anche al Prefetto di Lucca, Maria Laura Simonetti, e alla sezione regionale della Corte dei Conti. Un esposto molto dettagliato che indica come paradossale la situazione delle Provincie anche sul piano istituzionale. I riferimenti sono soprattutto sui tagli insostenibili a cui le amministrazioni provinciali sono sottoposte ormai da tre anni, che non consentono di garantire la corretta manutenzione delle strade e delle scuole, funzioni loro affidate dalla legge di riforma. Tanto più che, con la mancata abolizione di questi enti sancita con il referendum, le Province hanno piena dignità costituzionale e dunque devono avere quell’autonomia finanziaria prevista dall’art. 119 della Costituzione. L’esposto firmato da Menesini, in sostanza, a seguito dei provvedimenti legislativi adottati, considera la situazione attuale una violazione dell’art. 119 della Costituzione, nonché del principio di buon andamento della pubblica amministrazione contenuto nell’art. 97 della Carta Costituzionale con gravi danni non soltanto ai cittadini, ma anche all’ente territoriale che potrebbe non essere in grado di far fronte alle proprie specifiche funzioni istituzionali. Nella parte dei contenuti e delle ‘rivendicazioni’, l’esposto attinge dal sullo stato delle Province elaborato di recente dall’Upi (Unione province italiane). Questo dossier, già arrivato sui tavoli del Governo e sulla scrivania del Presidente della Repubblica, Mattarella, è stato firmato da tutti i 76 presidente delle Province, e ora trova ulteriore forza anche dal recente pronunciamento della Corte dei Conti che ha giudicato “irragionevoli†i tagli operati in questi anni alle Province che si ritrovano non adesso ma da alcuni anni con risorse del tutto insufficienti. “– sottolinea Menesini – Ecco, a titolo di esempio, sullo stato delle Province italiane. La legge di Stabilità 190/14 considerando le nuove Province quali enti “in attesa delle riforma costituzionale†ha operato prelievi insostenibili per i bilanci di questi enti: oltre 3 miliardi di euro dal 2015 al 2017. Non si tratta, infatti, di tagli (ossia di mancati trasferimenti da Roma ai territori), ma di veri e propri prelievi dalle casse provinciali, quindi dalle entrate dei tributi locali. Dal 2013 al 2017 alle Province è stata chiesta una riduzione di risorse pari a 5,2 miliardi di euro. Mentre la spesa corrente degli tenti si è ridotta dal 2013 al 2016 di 2,7 miliardi di euro, ossia il 40% di euro. , l’amministrazione Menesini riesce comunque ad effettuare lavori nelle scuole e interventi sulle strade di competenza, nonostante il forte prelievo del Governo. Resta il fatto che il presidente Menesini e i consiglieri delegati potrebbero attuare e programmare più interventi sull’intero territorio provinciale se dei quasi 33,5 milioni di euro di entrate stimate dalle imposte locali nel 2017 (RcAuto, Ipt e addizionale sui rifiuti), non dovessero obbligatoriamente versarne ben 32,6 milioni allo Stato. E quindi chiedono la restituzione delle somme prese per poter strutturare operazioni continue e constanti nelle varie arie provinciali.