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BOLZANO – Citt di Bolzano – Consiglio comunale: approvata la cittadinanza onoraria a Manlio Longon

Il riconoscimento per la sua condotta di opposizione e resistenza alla dittatura nazista. Questa sera in aula si ricorder Gianantonio Manci

Il Consiglio comunale nella seduta di
marted 4 luglio scorso ha approvato la
proposta di delibera per il conferimento
della cittadinanza onorariaa Manlio
Longon
.Questa la motivazione: “La Citt
di Bolzano, memore del grande esempio di fedelt alla
comunit che lo aveva adottato, gli conferisce la
cittadinanza onoraria quale riconoscimento per la sua condotta di
opposizione e resistenza alla dittatura nazista; la sua memoria per
tutti, soprattutto per i giovani, rappresenta un virtuoso modello
da perseguire per sviluppare una societ nel nome dei valori
democratici contro ogni degenerazione dittatoriale; ricordare la
sua azione, finalizzata al bene di tutta la comunit
indipendentemente dal gruppo linguistico, non pu che
rafforzare i capisaldi della convivenza consolidata nel nostro
territorio”. Manlio Longon, dirigente dello stabilimento Magnesio,
fu tra i principali promotori della resistenza armata in provincia
di Bolzano dopo l’8 settembre 1943, divenendo responsabile del
locale CLN e organizzatore di gruppi partigiani, poi inquadrati
nella Divisione “CLN Zona Bolzano”. Attivissimo nella lotta contro
i nazifascisti, a Longon va riconosciuto il merito di aver cercato
il dialogo con gli esponenti sudtirolesi che si ponevano su chiare
posizioni antinaziste. Pochi mesi prima della Liberazione,
fin per cadere nelle mani della Gestapo, e il 31 dicembre
1944 fu assassinato in una cella del Corpo d’Armata di Bolzano. La
cittadinanza onoraria sar conferita nei prossimi mesi nel
corso di una cerimonia ufficiale alla presenza dei parenti di
Longon.

Oggi gioved 6 luglio, con un minuto di silenzio in
Consiglio Comunale
, il Sindaco Renzo Caramaschi
ricorder un altro cittadino onorario di
Bolzano: Giannantonio Manci eroe della Resistenza,
che pose fine alla suavita il 6 luglio 1944 con un gesto
estremo: si lancio dal 3 piano del Corpo d’Armata di Bolzano,
allora sede della Gestapo, scegliendo l’orribile volontaria morte
al rischio di rivelare sotto tortura i nomi dei compagni di lotta
per evitare lo smantellamento della capillare rete di resistenza al
nazifascismo sviluppatasi nell’Alpenvorland a cavallo delle
provincie di Trento, Belluno e Bolzano.