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Due denunce per le firme dei ricorsi alla Misericordia

Il reato è quello di falsità ideologica in atti pubblici commessa da pubblico ufficiale, un avvocato del foro di Pistoia, F.A. le sue iniziali, 36 anni, in concorso con P.M. 35 anni, disoccupato. La vicenda è quella che fece discutere molto ad Altopascio, sulla validità delle firme raccolte per un ricorso contro le elezioni del nuovo direttivo della Misericordia del Tau. Le consultazioni, dello scorso 4 febbraio, avvennero in un clima di notevole tensione, tanto è vero che ai seggi, in via Marconi, dovettero intervenire a più riprese i carabinieri e i vigili urbani per mantenere la calma. Alcune persone sostennero che non avevano potuto esprimere il loro consenso. Ci furono conferenze stampa e interpretazioni dello Statuto anche dopo l’insediamento del nuovo consiglio e del nuovo governatore. In primavera partirono i ricorsi al tribunale di Lucca per impugnare gli atti successivi all’elezione. Ma alcuni firmatari erano assolutamente estranei, non avevano mai siglato nulla e non riconobbero la propria sottoscrizione. I militari dell’Arma, accertavano che F.A., aveva ricevuto la delega per l’autocertificazione di 24 firme, necessarie per il ricorso, raccolte da P.M. ex socio dell’Arciconfraternita. Secondo gli inquirenti, il legale avrebbe autenticato in modo fraudolento l’atto, contenente anche le firme degli ignari F.G. 62 anni di Porcari e F.S. 22 anni di Lucca. Quest’ultimi, a settembre, si recarono dai carabinieri e da quel momento ha preso il via l’attività investigativa. Il governatore della Misericordia, Luciano Dianda, commenta: “Una grossa soddisfazione per tutto il Magistrato ma anche per i volontari. La verità è venuta a galla e dimostra la nostra correttezza. Ora bisogna ripartire”. Dopo una guerra estenuante di carte bollate, la speranza è quella che l’associazione no profit ritrovi un minimo di serenità per riconquistarsi un ruolo fondamentale nel tessuto cittadino altopascese, nei valori di aiuto e di sostegno al prossimo.