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Firenze Rendiconto 2016, nessun aumento di tasse, più solidità e rapidità nel pagare le imprese

Approvata questa mattina in consiglio comunale la delibera del rendiconto della gestione 2016 del bilancio. Questo l’intervento in aula dell’assessore al bilancio Lorenzo Perra.

“Gentili consiglieri e consigliere,

oggi siete chiamati a deliberare in merito all’approvazione del Rendiconto della gestione dell’anno 2016. Ai sensi dell’articolo 227 del testo unico degli enti locali, la delibera contiene: la definizione dell’avanzo di amministrazione (con la sua applicazione ai fondi vincolati e la generazione – dell’eventuale – disavanzo rispetto a quello calcolato con il riaccertamento straordinario dei residui), il rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2016 (composto dal conto del bilancio, dal conto economico e dal conto del patrimonio, dall’elenco dei dei residui attivi e passivi, e dalla relazione illustrativa del rendiconto redatto dalla Giunta).

Il Rendiconto 2016 contiene gli accadimenti contabili che sono venuti a realizzarsi nel corso dello scorso anno e che dipendono dai seguenti documenti di programmazione generale e contabile che vi riassumo: il Dup (approvato dal consiglio il 22/3/2016), il bilancio finanziario di previsione 2016 (approvato in consiglio il 22/3/2016), il piano esecutivo di gestione (approvato dalla giunta il 26/4/2016), la prima variazione di bilancio (ratificata dal consiglio il 4/7/2016), la verifica degli equilibri (approvata dal consiglio il 25/7/2016) e l’ultima variazione di bilancio (approvata il 29/11/2016).

Cosa ci dice in linea di massima il rendiconto 2016? Evidenziamone 5 dei suoi tratti salienti.

1) SPESA CORRENTE La spesa corrente, nel 2016, è stata pari a 577 milioni di euro. Con una riduzione di 6,5 milioni di euro rispetto al 2015. Per altro aumentano le spese correnti nette e diminuscono quelle correlate.

2) SPESA PER INVESTIMENTI La spesa per investimenti (impegnata e finanziata con entrate 2016) è stata di 102 milioni di euro; ma gli investimenti impegnati per competenza sono stati addirittura 320 milioni. Quest’ultima cifra, assai rilevante, è il segno più tangibile della modifica delle regole del patto di stabilità . Grazie alle nuove regole che lo Stato ha introdotto, i Comuni capaci di finanziare la propria spesa per investimenti non sono più strozzati nella realizzazione delle spese per infrastrutture.

3) IL RISPETTO DEL PATTO DI STABILITÀ Il Patto di stabilità è rispettato per 53 milioni di euro (la previsione era 50 milioni) ma senza affanni nel corso dell’esercizio, per quanto detto precedentemente. Dobbiamo semmai abituarci a gestire il cospicuo overshooting, valutando di indebitarci di più (se vogliamo continuare a sostenere gli investimenti pubblici). E dobbiamo costruire una macchina amministrativa adeguata a realizzare l’ambiziosa progettazione e la spesa per investimenti.

4) L’INDEBITAMENTO L’indebitamento è in decrescita. Ma è importante evidenziare come il debito del Comune di Firenze sia circa 4 volte inferiore rispetto ai limiti imposti dalla legge. E’ giuridicamente basso ed è economicamente sostenibile. Se vogliamo sostenere la spesa per investimenti, visti anche i favorevoli tassi di interesse e le condizioni dei prestiti BEI, possiamo ulteriormente contrarre il debito.

5) LA GESTIONE DI CASSA L’anno 2016 si è caratterizzato per un’eccellente gestione di cassa. La disponibilità di cassa, nonostante ormai l’esiguità dei trasferimenti ai Comuni, e grazie anche ad una diversa organizzazione della scadenza dei tributi propri, come la TARI, è sempre stata al di sopra del 2015 e ci ha consentito di fare due cose: non ricorrere all’anticipo di tesoreria e di onorare i crediti verso i nostri fornitori in tempi molto rapidi, con un indice di tempestività di 9 giorni inferiore al limite (meglio dell’anno precedente e con fatturazione elettronica a pieno regime).

Guardiamo ora ai residui. Avevamo, all’inizio del 2016, residui attivi per 482 milioni. A fine anno, tra i riscossi (138 milioni) e quelli riaccertati (circa 25 milioni), ne abbiamo conservati 322 milioni, con una percentuale di smaltimento del 30%, che è una buona percentuale. Ma ciò che è elevato è il fondo accantonamento per crediti di dubbia esigibilità che è arrivato a circa 193 milioni. Significa che abbiamo oltre il 50% dei crediti coperto dal fondo.

Vi do un numero, per rendere l’idea. C’erano 404 milioni di residui attivi e 14 milioni di fondo crediti.

Ciò detto, sui residui dobbiamo lavorare di più, soprattutto sull’incasso dei nuovi, ma il lavoro fatto è senza precedenti. Lo sforzo è imposto dalla legislazione, ma lo abbiamo fatto noi.

Lo smaltimento dei residui passivi è poi in linea con la tempestività dei pagamenti del Comune di Firenze: oltre l’83% dei 228 milioni ad inizio 2016 è stato pagato.

Prima di concludere e prima di alcune considerazioni politiche, vorrei fare tre precisazioni. L’avanzo di amministrazione del 2016 è pari a 132 milioni di euro, di cui 91 milioni di competenza. Di questi, circa 30 milioni sono avanzo di competenze lato investimenti e 61 milioni avanzo di competenza di parte corrente. Dei 61, in realtà, 32 sono accantonamenti al fondo FCDE, ne rimangono 29, di cui circa 20 sono spese correlate. L’avanzo è quindi inferiore al 2% della spesa; oltre al 98% delle entrate accertate è stato speso con le direzioni come sociale e istruzione, che hanno speso oltre il 99% del disponibile. Si può fare meglio? Si, e si vuole fare meglio. E’ per questo che come Giunta lavoriamo a trimestrali di impegni e a un più attento monitoraggio delle capacità di spesa. Ma non è solo saper spendere tutto che conta. E’ spendere bene. Ricordiamo che noi contribuiamo, come Comune, a prelevare le risorse dei cittadini ed offriamo servizi ai cittadini; e lo dobbiamo fare ricordandoci ciò che siamo, ovvero un ente locale. Dobbiamo contribuire a rendere migliore la comunità in cui viviamo, composte da uomini e donne italiani e stranieri. E per la struttura delle nostre entrate (i tributi locali), dobbiamo concentrarci ad offrire i migliori servizi locali (e non la redistribuzione della ricchezza, che è compito semmai dello Stato). Quando guardiamo alle spese, dobbiamo guardare a questo, più che alla quantità.

E qui arriviamo alle entrate tributarie ed extra. Non 2016 non sono aumentate le aliquote dei tributi locali, anzi diminuiscono un po’. Ma aumentano le entrate. Questo perché abbiamo lavorato bene sulle basi imponibili con la lotta all’evasione (che frutta circa 10 milioni) e con le entrate dal turismo. Non sono aumentate neppure le multe. In conclusione, cari consiglieri e consigliere, chiudiamo l’anno finanziario 2016 con un bilancio migliore. I grigi economisti pubblici si emozionano per cifre che potrebbero apparire buffe, ma quello che avete in questi volumi sono cifre di un Comune che può investire senza aumentare le tasse e le tariffe, che accumula fondi, che migliora le performance di pagamento. Insomma, che ci consente di guardare al futuro con maggiore fiducia”.
(sp)

 

Fonte: Comune di Firenze