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[ALTOPASCIO] Furto in un negozio di Altopascio, ladre raggirano la titolare

ALTOPASCIO. Non c’è più pace per la signora Andretta Marchetti di Altopascio. Il suo piccolo negozio di alimentari che affaccia su piazza Tripoli, è stato preso nuovamente di mira dai ladri. È già la seconda volta negli ultimi sei mesi, e la donna, da poco 70enne, è esausta, scoraggiata, e non trova neanche la forza per reagire: è addirittura inutile, per lei, sporgere denuncia alla stazione dei carabinieri in via Fratelli Rosselli.

I fatti. Come spesso accade, suo nipote era rimasto con la nonna in bottega a fare i compiti. Appena la madre è venuta a riprenderlo, intorno alle 19.30 di venerdì 16 febbraio, orario di chiusura dell’esercizio, una donna sulla cinquantina a volto scoperto, probabilmente a conoscenza degli orari e degli spostamenti della signora Marchetti, si è avvicinata allo scaffale dei vini e ha cominciato a chiedere, in un italiano dal chiaro accento del nord Italia, consigli e informazioni sulla qualità di alcune bottiglie. «Mi domandava quale vino sarebbe stato più opportuno per la cena – ci dice l’esercente –: non potevo saperlo, anche perché non mi ha spiegato cosa intendeva consumare a tavola. Poi dal vino è passata al prosecco, senza però particolare interesse».

Ed è lì, mentre la proprietaria cercava di rendersi gentile e aiutare una improbabile cliente, che dall’unica porta di entrata del negozio si è materializzata la complice, che subito si è fiondata dietro il banco, dove la donna tiene la borsa con il portafoglio. È stato un attimo: ha aperto e ha estratto 300 euro (soldi che la titolare dell’alimentari utilizza per scambiare banconote di grosso taglio ai clienti) ed è ritornata con fare anonimo a dare un’occhiata alla merce. La signora, a quel punto, si è accorta di essere stata messa in mezzo, e ha intimato alla donna sorpresa dietro il bancone, di allontanarsi, essendo quello in luogo vietato ai clienti. Questa, sentendosi in difetto, ha pagato in fretta e furia un pacco di pasta e si è allontanata con la refurtiva «devo scappare di corsa, in macchina ho il figlio piccolo», ha detto rivolta alla 70enne.

La complice, dall’altro lato del negozio, a quel punto, dopo aver assistito al buon esito del furto, ha improvvisamente lasciato perdere qualsiasi proposito di comprare del vino, e dirigendosi verso la porta, ha inscenato una finta telefonata, e ha spiegato alla signora Marchetti che, qualora fosse stata interessata all’acquisto, sarebbe passato il marito. La ladra quindi, se n’è andata a piedi, indisturbata. Per la proprietaria del negozio, rimasta sola, l’amara sorpresa: via i soldi, in un lampo; unica consolazione aver salvato l’incasso giornaliero, tenuto al sicuro nel registratore di cassa chiuso con la chiave.

I precedenti. Resta però l’amarezza per il secondo colpo subito nell’ultimo semestre, il quinto negli ultimi cinque anni. L’ultimo in ordine di tempo, il 28 agosto scorso: nel suo negozio si erano presentate due finte clienti che, con la scusa di acquistare frutta e verdura, avevano raggirato la donna e le avevano portato via quasi duemila euro in contanti, incasso che la signora Marchetti avrebbe dovuto depositare in banca il giorno stesso. «Sporgere denuncia non ha più senso, tanto non si arriva a niente – ci spiega, amareggiata –: i carabinieri sono intervenuti,

ma le cose non cambiano. Forse dovrei far montare una porta blindata all’ingresso, ma mi costerebbe parecchio denaro». Sul banco degli imputati, finisce anche il sistema di videosorveglianza della piazza. «Le telecamere ci sono, ma a che servono? Nessuno viene mai beccato».

Fonte: Il Tirreno