ALTOPASCIO. Tanto tuonò che piovve. Sono arrivati a mezzogiorno in borghese i sottufficiali della polizia giudiziaria della sotto sezione reati ambientali, territoriali e pubblica amministrazione. E hanno apposto i sigilli alla «pietra dello scandalo»: il manufatto in muratura, collocato in piazza Vittorio Emanuele a duecento metri dal palazzo della «Dogana», che nelle intenzioni dell’amministrazione comunale avrebbe dovuto ospitare il «fontanello» che eroga acqua pubblica per conto della società «Acque spa» con sede ad Empoli e che serve, tra le altre, la rete dell’acquedotto pubblico. Un sequestro probatorio, effettuato dalla pg per conto della procura della Repubblica, per cristallizzare la situazione e acquisire il corpo del reato. Un intervento finalizzato alla ricerca degli elementi di prova per evitare che i beni si disperdano. Anche perché lunedì mattina si era presentata in piazza Vittorio Emanuele, a duecento metri dal palazzo comunale, una ruspa guidata da un operaio di una ditta specializzata. Pur non essendo munito di autorizzazioni di sorta, ma solo di una richiesta verbale di un non meglio specificato soggetto, aveva tutta l’intenzione di abbattere il fabbricato in muratura. Un modo di agire decisamente irrituale che era stato prontamente stoppato dalla polizia municipale.
L’INDAGINE
Al di là di questo aspetto decisamente grottesco il decreto di sequestro probatorio è il punto di partenza di un’indagine che vorrà chiarire eventuali abusi edilizi o eventuali omissioni d’atti d’ufficio commesse nel corso di una vicenda iniziata nell’agosto 2017 con l’approvazione della realizzazione del manufatto per il fontanello e che vede, come ultimo atto del 15 giugno scorso, un’istruttoria dell’ufficio tecnico per verificare eventuali irregolarità o abusi. La procura dovrà verificare se la localizzazione del fontanello necessitava del parere della Soprintendenza e il motivo per cui – dopo la richiesta formale di verifica presentata il 21 aprile della minoranza – nei 30 giorni indicati dalla legge il responsabile dell’ufficio urbanistica (sebbene in carica da poco tempo) non ha effettuato l’accertamento tecnico nonostante il 4 maggio la polizia municipale abbia effettuato un accertamento inviando gli atti inerente la notizia di reato all’autorità giudiziaria
avendo riscontrato irregolarità che necessitavano del vaglio della procura. E inoltre perché, per la trasparenza della pubblica amministrazione, quell’accertamento a conoscenza della segreteria comunale non è stato subito affisso all’albo pretorio. Domande in attesa di una risposta.
Fonte: Il Tirreno