Proposta di intitolare il Teatro del Giglio a Giacomo Puccini: la proposta dell’amministratore unico Giorgio Angelo Lazzarini non trova favore nel Partito Democratico.
“Ci sentiamo di esprimere una riflessione più approfondita, non intesa a mettere in discussione l’importanza di Puccini, ma per sottolineare l’inefficacia di proposte che sembrano più campagne di marketing poiché mancano di un progetto di sviluppo, di un programma culturale e di una visione – spiegano dal Pd -. Perché il Giglio dovrebbe cambiare nome in Puccini? L’idea è di associare ancor più il Teatro alla figura del Maestro? Cosa succederebbe se il Teatro alla Scala di Milano venisse rinominato Teatro Giuseppe Verdi? Sarebbe logico? Una delle bellezza della storia di Lucca è la sua capacità di evolversi e di resistere alle mode senza perdere la sua essenza. Questo approccio le ha sempre permesso di preservarsi senza cadere nella barbarie. Nomi illustri in vari campi sono nati nella nostra città, ma qualcosa di superiore ha sempre fatto sì che nessuno di loro dominasse”.
“Il rispetto che i lucchesi hanno per la loro città ha un carattere sacro: la città viene prima. Così è stato ai tempi della Repubblica e così è ancora oggi – continuano dal Partito Democratico -. Non è insolito a Lucca vedere che la casa dove è nato un cittadino illustre non ha alcun riferimento toponomastico. Gli omaggi ai grandi del passato, come le statue, sono stati aggiunti solo alla fine dell’800, o quelle dei musicisti più recentemente: Puccini nel 1994, Boccherini nel 2008. Niente di tutto ciò ha cambiato i nomi delle strade o delle piazze: la casa natale di Puccini si trova ancora in Corte San Lorenzo, all’angolo tra Via di Poggio e Piazza Cittadella. Al più grande artista rinascimentale lucchese, Matteo Civitali, è stato riservato uno spazio nel loggiato di Palazzo Pretorio, in Piazza San Michele, ma bisogna avvicinarsi per capire a chi appartiene”.
“Garibaldi e Mazzini hanno un monumento, ma è la città che gli concede lo spazio, non il personaggio che lo conquista. Garibaldi rimane in Piazza del Giglio, perché questo è il nome storico della piazza, che ricorda un momento fondamentale nella vita della città: il passaggio dei Borbone. E non importa se sei stata la duchessa della città, non puoi permetterti di avere una piazza a tuo nome, al massimo tuo figlio può commissionare una statua in tuo onore, ma il nome rimarrà quello originale, anche se riguarda Napoleone della famiglia dei Bonaparte, i tuoi nemici giurati – continuano a dire -. A Lucca è Lucca che detta i tempi e gli stili. Questa ossessione di promuovere tutto in nome di concetti eccessivi come ‘brandizzare’, ‘valorizzare le eccellenze’, ‘dare visibilità’, ‘rendere social’, non valorizza l’essenza della città, che si è sempre contraddistinta per la sua riservatezza e riserbo, il tratto più affascinante e paradossalmente anticonformista della sua storia, passata e presente”.
“Per questo motivo, pensiamo che la proposta di cambiare il nome del Teatro rischia di essere solo fumo negli occhi, come se si stesse facendo qualcosa per le celebrazioni Pucciniane, nascondendo la triste realtà: ad oggi non esiste un’idea, un programma ambizioso, un progetto culturale ampio per il Giglio e per Puccini – concludono -. Ecco perché non ritengo che sia mancanza di rispetto per il genio di Puccini lasciare il nome del Teatro del Giglio immutato, anzi, è attorno al teatro storico, l’ultimo rimasto di una gloriosa tradizione, che si riuniscono i talenti musicali della città, senza distinzioni. Riempire i social e i programmi elettorali con parole come ‘identità e tradizioni’ e poi finire con lo snaturare l’autentica essenza di Lucca è una sciagura a cui dobbiamo resistere, soprattutto in tempi di massificazione turistica e culturale. Parigi potrà anche valere una messa, ma Lucca non vale un Tik Tok”.
2024-01-03 15:29:00